BIM e Pubblica Amministrazione: a che punto siamo?

Quello della digitalizzazione è un processo fondamentale per il nostro Paese, specialmente ora che i fondi europei del Recovery Plan permetteranno di investire nel settore delle opere pubbliche e delle infrastrutture. A che punto siamo in Italia nel rapporto tra BIM e Pubblica Amministrazione e quali sono i passi da fare per digitalizzare gli appalti pubblici?

Innovare la PA con il BIM

Il BIM in Italia è ormai un obbligo per quasi tutte le opere pubbliche, come previsto dal DM 560/2017, conosciuto anche come Decreto BIM.

Questo decreto è stato recentemente modificato attraverso il DM 312/2021, che ha portato numerosi aggiornamenti. Specialmente riguardo alle scadenze, che lasciano più margine di tempo per l’adozione del BIM.

Insieme ai restanti aggiornamenti del decreto, le nuove scadenze vogliono essere uno stimolo per un’adozione concreta e consapevole del BIM nella PA, ancora oggi troppo sottovalutata e spesso gestita in modo semplicistico.

Cosa dice il Decreto BIM del 2021

Il primo gennaio del 2023 è scattato l’obbligo di adottare il BIM per tutte le opere pubbliche di nuova costruzione e per gli interventi su costruzioni esistenti (fatta eccezione per le opere di ordinaria e straordinaria manutenzione) di importo pari o superiore a 5.350.000 euro.

La prossima scadenza è prevista per il primo gennaio 2025 e il nuovo obbligo diminuirà l’importo a base di gara a 1 milione di euro.

Secondo il decreto, inoltre, le stazioni appaltanti, per poter continuare a svolgere le loro funzioni, devono necessariamente introdurre la metodologia BIM. Prima però devono assolvere degli adempimenti preliminari.

Questi sono:

  • Piano di formazione del personale all’interno della PA;
  • Piano di acquisizione degli strumenti hardware e software;
  • Atto organizzativo che espliciti il processo di controllo e gestione: delle singole fasi procedimentali, dell’identità dei gestori dei dati, della proprietà degli stessi e delle modalità di gestione dei conflitti, in relazione alla natura delle opere e dei cespiti comprensivi degli aspetti tecnici e procedurali adottati.

Nel caso le Pubbliche Amministrazioni vogliano adottare facoltativamente il BIM per opere pubbliche che non rientrano negli obblighi, non è necessario assolvere gli adempimenti preliminari ma basta programmare l’adempimento.

Le nuove figure professionali e le tipologie di appalti coinvolte

A normare l’ingresso del BIM nella PA ci sono anche le linee guida ANAC, specifiche per la fase di transizione per l’adozione del BIM prevista dal decreto.

Queste sono dedicate alle procedure e all’operatività del BIM per la digitalizzazione dei progetti pubblici e fanno un focus sulla necessità di nuove figure professionali per la PA.

Tra queste spiccano:

  • Bim Manager;
  • Bim Specialist;
  • Bim Coordinator;
  • CDE Manager.

Le linee guida consigliano che questi professionisti siano interni alla PA, ma durante la fase transitoria è possibile scegliere anche figure esterne.

È importante infine ricordare che l’adozione del BIM nella PA riguarda sì gli appalti pubblici di progetti, ma può riguardare anche servizi e forniture, che spesso non vengono catalogate come attività di progettazione e soprattutto non implicano gli stessi requisiti tecnici e gestionali di progetto.