BIM: cos’è a cosa serve e perché utilizzarlo

Il Building Information Modelling – tradotto nell’acronimo BIM –  è lo strumento di progettazione architettonica collaborativo che negli ultimi anni ha cambiato il modo di ideare un’opera. Il suo approccio concettuale sta esercitando un forte impatto sui processi di sviluppo dei progetti, tant’è che si stima che entro il 2027 il valore globale del mercato del software raggiungerà i 15 miliardi di dollari. 

NON UN SEMPLICE SOFTWARE: ECCO COS’È IL BIM 

Il Building Information Modeling (BIM) è una metodologia che consente ai professionisti dell’architettura, dell’ingegneria e delle costruzioni (AEC) di generare un modello digitale contenente le informazioni sull’intero ciclo di vita del progetto attivo: dall’ideazione alla costruzione fino alla sua demolizione e dismissione.

Con il BIM, più che una rappresentazione tridimensionale, è possibile creare un prototipo informativo dinamico, interdisciplinare e condiviso, ossia un gemello digitale dell’opera che contiene dati su geometria, materiali, struttura portante, caratteristiche termiche e prestazioni energetiche, impianti, costi, sicurezza, manutenzione.

Si tratta, dunque, di modelli virtuali che migliorano e ampliano la gestione dei dati e che permettono ai progettisti di lavorare secondo un approccio collaborativo, condividendo le scelte tecniche, rilevando e risolvendo eventuali incongruenze ed errori.

TUTTI I VANTAGGI DI PROGETTARE CON IL BIM

Il BIM è quindi un metodo di progettazione nato dalla necessità e volontà di coinvolgere diversi professionisti, in quanto consente di integrare in un unico modello le informazioni utili in ogni fase della progettazione: da quella architettonica, strutturale, impiantistica fino a quella energetica e gestionale.

Inoltre, la tecnologia BIM offre molteplici vantaggi come per esempio: 

  • maggiore efficienza e produttività
  • meno tempi morti
  • meno costi nel lungo periodo
  • un controllo più puntuale e coerente del progetto. 
  • Ma non solo: altrettanto rilevante è la totale eliminazione degli errori, delle duplicazioni, delle interferenze, grazie all’aggiornamento in tempo reale di tutte le tavole di progetto in funzione delle varianti apportate. 

Un progetto di Building Information Modeling dà la possibilità alla committenza di avere un’elaborazione virtuale del ciclo di vita dell’edificio, anche dopo la fase di progettazione. I modelli creati con questa metodologia possono quindi essere utilizzati per effettuare simulazioni o computi puntuali dei materiali, liberando il progettista da questo tipo di attività e permettendogli di concentrarsi soprattutto sul design.

Tuttavia, nonostante gli importanti vantaggi e la notevole semplificazione del lavoro, c’è da considerare che l’utilizzo del BIM richiede un maggiore investimento e lavoro nella fase iniziale del progetto.

COME VENGONO SALVATI I PROGETTI CON IL BIM

Generalmente un oggetto BIM viene salvato nel formato IFC (Industry Foundation Class), con estensione .ifc. Questi file IFC sono classificati come file di immagine 3D, che contengono anche altre informazioni tecniche, e sono compatibili con tutti i software che usano la tecnologia BIM.

Con i file IFC è possibile:

  • determinare le caratteristiche geometriche degli oggetti;
  • stabilire relazioni fra i componenti, differenziate in base all’uso;
  • filtrare i dati per trasportare solo quelli veramente necessari allo scopo.

COSA CI SARÀ DOPO IL BIM?

Mentre i primi prototipi del BIM, risalenti agli anni ‘70, si concentravano sulle sue funzioni come strumento di progettazione assistita da computer (CAD), il BIM nel 21° secolo è molto più di un software di disegno.  

In futuro, è pronto a continuare ad evolversi come strumento di collaborazione per ottimizzare tutte le fasi del ciclo di vita di un edificio, aiutato dalla crescente interoperabilità con altri strumenti di automazione.

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