BIMeet al fianco di BIM (K)now! per l’evento “BIM Unlocked – Shaping Digital Collaboration” – 28 marzo, Pavia

Il ciclo di conferenze BIM (K)now!, attivo dal 2020, è un Format ideato da Vittorio Andrea Sellaro. Grazie alla visione, all’organizzazione e al coordinamento del Prof. Vittorio Andrea Sellaro, Professore Universitario a contratto, docente del Laboratorio BIM presso l’Università di Pavia, il progetto risponde efficacemente alle nuove sfide legate all’introduzione del BIM e alla trasformazione digitale nel mondo dell’architettura, dell’ingegneria e delle costruzioni. BIM (K)now! si distingue per la sua apertura a un pubblico ampio e trasversale, coinvolgendo non solo studenti universitari dei corsi di architettura e ingegneria, ma anche professionisti del settore: architetti, ingegneri, geometri, esperti legali e funzionari della pubblica amministrazione. Dopo il Kick-Off 2025 del ciclo il 14 marzo a Nola, il 28 marzo l’Università di Pavia ospiterà la prima conferenza pavese dell’anno firmata BIM (K)now!, dal titolo “BIM Unlocked: Shaping Digital Collaboration”. L’evento sarà un’occasione preziosa per approfondire l’utilizzo del Building Information Modeling come strumento per ottimizzare la collaborazione digitale nel settore delle costruzioni. La conferenza vedrà la partecipazione di figure di spicco del panorama internazionale dell’architettura e dell’ingegneria, che condivideranno visioni, esperienze e strategie sull’evoluzione dei processi progettuali: ✔️ Arch. Andrea Manente – Senior Project Leader presso MVRDV✔️ Ing. Amani Chahin – Manager of BIM Discipline presso Jacobs Ad aprire i lavori: ▪ Vittorio Andrea Sellaro – Contract Professor, Università di Pavia;▪ Andrea Penna – Head of the Department of Civil Engineering and Architecture, Full Professor Università di Pavia;▪ Alessandro Greco – Rector’s Delegate for Buildings and Planning, Full Professor Università di Pavia;▪ Francesca Picchio – Associate Professor, Università di Pavia. Riflessione finale a cura di: ▪ Alberto Pavan – Associate Professor, Politecnico di Milano;▪ Vittorio Andrea Sellaro –  Contract Professor, Università di Pavia. L’evento è realizzato con la collaborazione del Laboratorio Drawing and Architecture DocumentAtion (DAda – Lab.) dell’Università di Pavia, GLOBEC – Center for Global Strategic Engagement dell’Università di Pavia, l’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Pavia e il Collegio dei Geometri e dei Geometri Laureati della Provincia di Pavia. La conferenza in oggetto si svolgerà nella fascia pomeridiana [16:00-19:00], presso l’Aula Disegno Palazzo Centrale, in Piazza Leonardo Da Vinci 6, Pavia. Queste attività vengono riconosciute per il Lab. Tesi di Ingegneria Edile – Architettura e vengono riconosciuti 2CFP per gli Ordini che partecipano a questa iniziativa (Ingegneri e Geometri della Provincia di Pavia). In qualità di Media Partner (e BIMlovers) vi invitiamo a partecipare all’evento Clicca qui per registrarti Locandina “BIM Unlocked: Shaping Digital Collaboration” Cartina per raggiungere la location dell’evento Locandina primi 2 incontri “BIM (K)now!”

CDE Manager, BIM Manager, BIM Coordinator e BIM Specialist: scopriamo le professioni BIM

Per garantire efficienza, collaborazione e qualità nel BIM, la norma UNI 11337-7 ha definito quattro figure centrali per i progetti. Facciamo un focus sulle professioni BIM, sulle loro competenze e i loro ruoli. La digitalizzazione BIM ha reso indispensabile la presenza di figure altamente specializzate nella gestione dei processi digitali Per questo, la normativa italiana, attraverso la UNI 11337-7, ha individuato quattro figure chiave nel processo BIM: Ognuno di essi ha un ruolo specifico, fondamentale per assicurare un flusso di lavoro strutturato e conforme agli standard. Vediamo nel dettaglio quali sono le loro competenze e responsabilità. CDE Manager, per il corretto flusso informativo del progetto Il CDE manager garantisce che l’Ambiente di Condivisione dei Dati (CDE) sia gestito in modo efficiente, sicuro e conforme agli standard normativi. Si occupa di: Il CDE Manager è quindi il garante della qualità, sicurezza e accessibilità delle informazioni. Un ruolo strategico che richiede competenze tecniche, organizzative e analitiche per ottimizzare il flusso informativo e migliorare l’efficienza del progetto. BIM Manager, per ottenere processi strutturati, conformi alle normative e ottimizzati Il BIM Manager è la figura chiave che supervisiona l’implementazione del BIM a livello organizzativo per migliorare la gestione delle informazioni. Si occupa di: Il BIM Manager opera tra gestione, tecnologia e normativa, con l’obiettivo di garantire che il BIM sia sì un requisito tecnico, ma soprattutto un valore aggiunto per l’efficienza aziendale. BIM Coordinator, per il corretto flusso informativo e per la collaborazione tra i team Il BIM Coordinator è la figura di riferimento per la gestione operativa della metodologia BIM all’interno della singola commessa. È il primo a intervenire sui modelli, garantendo coerenza, qualità e interoperabilità tra le discipline coinvolte. Si occupa di: Il BIM Coordinator è il regista operativo del BIM, e ha competenze trasversali che spaziano dalla gestione tecnica alla risoluzione dei conflitti, per garantire il corretto sviluppo del progetto in tutte le sue fasi. BIM Specialist, per garantire la qualità e la coerenza dei dati Il BIM Specialist è il tecnico specializzato nella creazione e gestione dei modelli BIM. Traduce le informazioni di progetto in modelli digitali accurati e interoperabili. Si occupa di: Il BIM Specialist è un professionista con competenze multidisciplinari, in grado di gestire dati complessi e contribuire all’efficienza del processo BIM. Vuoi approfondire il mondo delle figure BIM? Continua a seguirci sul nostro blog, sui nostri canali social, sul canale WhatsApp e sul nostro podcast BIMeet per saperne di più! 

Trasformare la progettazione digitale in realtà sul campo con il BIM to field

Lo abbiamo sempre detto: il BIM non è semplicemente il modello digitale di un progetto, ma una rivoluzione concreta nella metodologia di lavoro. Metodologia che si applica anche alla realizzazione sul campo del progetto, nel cosiddetto BIM to field, un approccio che connette i dati del modello digitale alle attività sul campo, ottimizzando i processi, riducendo gli errori e trasformando la teoria in pratica. Vediamo cos’è il BIM to field, i suoi vantaggi e come implementarlo per rendere i progetti più efficienti e precisi. Cosa si intende per BIM to field Sappiamo che il BIM è un database ricco di dati che permette di tenere traccia e gestire tutte le informazioni relative a un edificio o un progetto, in ogni sua fase di vita. Il BIM è quindi fondamentale per la progettazione di un edificio, ma può esserlo ancora di più per la sua realizzazione effettiva, spostandosi dal mondo digitale al cantiere. Questo cambiamento di prospettiva è possibile grazie al BIM to field, BIM sul campo, un processo che prende i dati del modello BIM e li utilizza per le attività operative, per gestire la costruzione, le operazioni e le attività in cantiere. Un processo che non è da confondere con il BIM 8D, una delle nuove dimensioni del BIM, in quanto essa si occupa della sicurezza in cantiere, mentre il BIM sul campo comprende l’intera operatività, insieme ai suoi processi decisionali.  Perché riportare il BIM sul campo Sfruttare il BIM in cantiere significa utilizzare le informazioni contenute nel modello digitale per migliorare l’efficienza dei processi e garantire un risultato finale di alta qualità, il più possibile aderente al modello digitale, ottimizzando l’intero processo di costruzione dell’opera. Con il BIM sul campo è possibile: Le diverse applicazioni del BIM to field Il BIM to Field rappresenta un cambio di prospettiva concreto per la gestione dei cantieri, e può avere diverse applicazioni, tra cui: Le integrazioni con le altre tecnologie Un altro utilizzo interessante del BIM in cantiere è la sua integrazione con altre tecnologie, come: Vuoi sapere di più sul mondo del BIM? continua a seguirci sul nostro blog, sui nostri canali social, sul canale WhatsApp e sul nostro podcast BIMeet per saperne di più! 

Cosa prevede il futuro del BIM? Prospettive future e sfide per le aziende

Il BIM è il presente e il futuro dei settori AEC e manifatturiero. Innovazione tecnologica, sostenibilità e maggiore efficienza nei processi sono gli elementi chiave contraddistinguono la metodologia e la rendono indispensabile, specialmente in vista della sempre crescente digitalizzazione dei processi. Quali sono le opportunità da cogliere, le prospettive future e le sfide del BIM da affrontare per le aziende? La diffusione del BIM presenta ancora numerose sfide per le aziende Dal primo gennaio, in Italia è scattato l’obbligo del BIM per opere pubbliche di importo superiore ai 2 milioni di euro. Questo è un passo fondamentale per modernizzare il settore, ma la strada verso una piena adozione della metodologia BIM è ancora lunga. Sebbene la metodologia BIM sia ormai obbligatoria, infatti, ci sono ancora numerosi fattori che possono rendere difficoltosa l’integrazione del BIM nei propri processi: Affrontare queste sfide richiede un impegno coordinato tra istituzioni, imprese e professionisti, che devono far comprendere alle aziende come i vantaggi del BIM rendono l’investimento iniziale necessario per rimanere al passo con i tempi e rendere la propria azienda competitiva sul mercato. Nonostante le sfide per le aziende, negli ultimi anni in Italia e nel mondo il mercato del BIM ha registrato una crescita costante Secondo le stime, il valore del BIM nel 2023 ha raggiunto i 7,54 miliardi di dollari, con proiezioni che indicano un incremento fino a 23,65 miliardi di dollari entro il 2032. Il successo del BIM è legato a una combinazione di numerosi fattori, tra cui: Il futuro del BIM in Italia e nel mondo è strettamente connesso all’innovazione tecnologica Parlando di tecnologie, con SkeinBIM abbiamo già visto come siano proprio le nuove tecnologie a delineare il futuro del BIM. Tecnologie come l’Intelligenza Artificiale, il Machine Learning e l’Internet of Things stanno potenziando le capacità del BIM e garantiscono vantaggi decisivi per le imprese, come la capacità di analizzare i dati in tempo reale e migliorare i processi decisionali per tutto il ciclo di vita dei progetti. A queste si affiancano tecnologie come il generative design e le soluzioni cloud-based, che permettono di ottimizzare il lavoro e ridurre i costi, rendendo di fatto il BIM più accessibile anche alle aziende più piccole, insieme a soluzioni come l’openBIM, che favoriscono la collaborazione e l’interoperabilità dei software attraverso standard aperti. Noi di SkeinBIM siamo convinti che la digitalizzazione dell’edilizia sia una scelta indispensabile per il futuro del nostro settore e del mondo in cui viviamo, continua a seguirci sul nostro blog, sui nostri canali social, sul canale WhatsApp e sul nostro podcast BIMeet per saperne di più! 

Come creare oggetti BIM e renderli efficienti e funzionali

Per essere davvero utili, gli oggetti BIM devono essere ottimizzati in funzione delle diverse fasi del progetto in cui sono inseriti. Un oggetto ben progettato infatti non è utile solo in fase progettuale, ma accompagna l’edificio per tutta la sua vita, ottimizzando gestione, manutenzione e sostenibilità. Vediamo come creare oggetti BIM efficienti con i nostri consigli. Il ruolo degli oggetti in un progetto BIM Un oggetto BIM nasce con l’obiettivo di supportare i progettisti nelle diverse dimensioni del BIM, per questo deve essere intuitivo e pronto all’uso. Uno degli errori più comuni quando si realizzano oggetti BIM è modellarli all’estremo, includendo troppi dettagli e parametri. Questo approccio rischia di perdere di vista la logica del BIM, che deve semplificare il lavoro del progettista e garantire efficienza in tutte le fasi. L’obiettivo è mantenere l’oggetto leggero, con una geometria essenziale e un livello informativo elevato, per questo motivo è importante realizzare oggetti che non hanno bisogno di manuali o istruzioni complesse: se un oggetto richiede una guida per essere utilizzato, è probabile che sia stato realizzato in modo non ottimale. Integrazione con Digital Twin e IoT Gli oggetti BIM non devono limitarsi ad essere utilizzati in fase progettuale, ma possono essere applicati in dimensioni del BIM quali: Proprio nella dimensione 6D c’è una delle applicazioni più interessanti degli oggetti BIM. Grazie all’integrazione con Digital Twin e IoT, gli oggetto possono infatti fornire dati essenziali per il monitoraggio e la manutenzione dell’edificio. Un oggetto BIM ben strutturato può infatti includere: Questi dati, inseriti all’interno dei progetti BIM, permettono di ottimizzare la gestione dell’edificio e di migliorarne le prestazioni nel tempo. Oggetti BIM: nativi o convertiti? Un’altra scelta fondamentale nella realizzazione degli oggetti BIM riguarda il tipo di oggetto da realizzare, nativo o convertito. Gli oggetti BIM nativi rappresentano quindi la scelta migliore per integrare correttamente parametri e logiche complesse, perché consentono una gestione ottimale di materiali, parametri e logiche complesse e si adattano meglio alle esigenze progettuali, garantendo una maggiore compatibilità e flessibilità. Con quali software realizzare gli oggetti BIM? Anche la scelta del software di modellazione è un aspetto cruciale. Non tutti i software BIM offrono retrocompatibilità, quindi è importante selezionare quello più adatto ai propri obiettivi progettuali e per la tipologia di modellazione che dobbiamo effettuare. Vuoi sapere di più su come ottimizzare i tuoi oggetti BIM o creare un tuo catalogo? Contattaci e continua a seguirci sul nostro blog, sui nostri canali social, sul canale WhatsApp e sul nostro podcast BIMeet!

Diventare un’azienda più sostenibile? Possibile, grazie al BIM!

Introdurre in azienda la metodologia BIM è un modo per le imprese manifatturiere e del settore AEC di optare per una metodologia di lavoro più sostenibile. Quali sono gli strumenti che le aziende possono utilizzare per prendere parte alla transizione ecologica con il BIM? Scopriamolo insieme. Diventare più sostenibili con il BIM: la dimensione 7D Ormai sappiamo bene che il 7D è la dimensione del BIM che si occupa della sostenibilità del progetto. L’implementazione in azienda di software BIM 7D permette di trasformare il classico modello BIM in un BEM, Building Energy Model, che integra le informazioni energetiche del progetto e consente di analizzare i fabbisogni energetici durante tutte le fasi del ciclo di vita di un edificio, ottimizzandone l’efficienza. Grazie al BEM e al BIM 7D, è possibile: Integrare i digital twin nei progetti BIM Il Digital Twin, o gemello digitale, è una copia virtuale di un edificio già esistente o in fase di costruzione. Raccoglie dati in tempo reale per analizzare l’uso quotidiano dell’edificio e gestirne la manutenzione. Combina modelli BIM con informazioni raccolte tramite sensori e dispositivi IoT e integrarlo nei propri progetti è fondamentale per migliorarne la sostenibilità, perché: BIM sostenibile con il Life Cycle Assessment Il Life Cycle Assessment (LCA) è una metodologia che permette di analizzare l’impatto ambientale di un progetto lungo tutte le fasi del suo ciclo di vita. Quando viene integrato con il BIM, l’LCA: Il Life Cycle Assessment fornisce quindi indicazioni utili sulla sostenibilità del progetto e: Implementare il BIM in azienda non è solo un obbligo, ma un impegno per un futuro migliore Dal 2025 il BIM diventerà obbligatorio per i progetti della Pubblica Amministrazione. Adottare questa metodologia consentirà quindi alle aziende di conformarsi alle normative, aumentare le opportunità di incarico e distinguersi sul mercato. Integrare il BIM però non significa unicamente ottenere più clienti o adeguarsi ai cambiamenti, significa soprattutto contribuire attivamente a un futuro più sostenibile, obiettivo ormai imprescindibile per i settori manifatturiero e AEC. Noi di SkeinBIM siamo convinti che la digitalizzazione dell’edilizia sia una scelta indispensabile per costruire un domani più sostenibile, continua a seguirci sul nostro blog, sui nostri canali social, sul canale WhatsApp e sul nostro podcast BIMeet per saperne di più 

Aggiornamenti del nuovo Codice Appalti: cosa cambia sull’obbligo del BIM per gli appalti pubblici?

Lo scorso agosto abbiamo pubblicato un articolo per raccontare a che punto siamo con l’obbligo del BIM in Italia, ed è degli ultimi giorni la notizia che il nuovo Codice Appalti ha subito un importante cambiamento, in vista della scadenza di gennaio 2025 per l’adozione del BIM nella Pubblica Amministrazione. Di cosa si tratta? Scopriamo tutti gli aggiornamenti sull’obbligo del BIM per gli appalti pubblici. Le modifiche al nuovo Codice Appalti Lo scorso fine ottobre il Consiglio dei Ministri ha approvato in esame preliminare un decreto legislativo che introduce importanti modifiche al Codice Appalti. Il nuovo decreto interviene su 78 articoli, ne introduce 3 nuovi e aggiunge 3 nuovi allegati, con l’obiettivo di rendere più efficace e chiara la normativa sui contratti pubblici. In particolare, il nuovo decreto si concentra su: 1 | Digitalizzazione dei contratti pubblici Uno degli obiettivi principali del nuovo decreto è migliorare la digitalizzazione nel settore degli appalti pubblici, attraverso l’introduzione di misure volte a semplificare le procedure, tra cui: Semplificazione della procedura di creazione e gestione del fascicolo virtuale degli operatori economici; Ridefinizione della suddivisione dei compiti tra il Responsabile Unico del Procedimento e il personale delle stazioni appaltanti per il caricamento dei dati. 2 | Qualificazione delle stazioni appaltanti Cambiano anche i requisiti per le stazioni appaltanti, al fine di migliorare la qualità e l’efficienza del processo decisionale: Per maggiori informazioni sulle stazioni appaltanti, vi invitiamo alla lettura dell’articolo La verifica dei requisiti: cosa prevede il nuovo codice appaltidi Biblus. 3 | Tutela delle PMI Un’altra area di intervento riguarda le tutele per le micro, piccole e medie imprese (PMI), per garantire una partecipazione più inclusiva ai processi di appalto pubblico. Nel nuovo decreto: Una nuova soglia per l’obbligo del BIM Nel nuovo decreto viene presentata inoltre una importante modifica all’articolo 43 del codice appalti: il BIM sarà obbligatorio per tutti i bandi di gara con importi superiori a due milioni di euro, non più 1 milione come previsto finora. Viene inoltre introdotta una soglia specifica per i beni culturali, per cui il BIM sarà obbligatorio con importi superiori a 5,538 milioni di euro. Cosa cambia davvero con l’innalzamento della soglia a 2 milioni di euro Il cambiamento reale del nuovo codice appalti non riguarda l’importo per i bandi di gara in sé, quanto più il metodo per determinare la soglia. Mentre nel Codice Appalti vigente è l’importo a base di gara a determinare la soglia, con il correttivo essa viene invece determinata attraverso una stima parametrica effettuata nella fase preliminare di progettazione, che consente di calcolare i costi basandosi su parametri concreti anche se non si dispone ancora di un progetto completo. In pratica, l’obbligo di utilizzo del BIM si baserà sul costo complessivo stimato durante la redazione del documento di fattibilità delle alternative progettuali. Come può aiutarti SkeinBIM per adeguare la tua azienda alle nuove regole del Codice Appalti Con SkeinBIM aiutiamo progettisti e aziende manifatturiere di tutto il mondo a innovarsi e digitalizzarsi. Ti offriamo i migliori servizi BIM, un team multidisciplinare altamente qualificato, consulenza dedicata e aggiornamenti costanti sul mondo BIM, per rimanere sempre al passo con i tempi. Contattaci per sapere come possiamo aiutarti e continua a seguirci sul nostro blog, sui nostri canali social, sul canale WhatsApp e sul nostro podcast BIMeet! 

BIM e Facility Management: le applicazioni per le aziende manifatturiere

Quando si parla di BIM e facility management si pensa subito alla manutenzione degli edifici residenziali, ma non tutti sanno che l’applicazione di questa metodologia è possibile anche per gli ambienti industriali, in particolare per le aziende manifatturiere. In questo articolo vediamo come integrare il facility management nelle aziende e quali sono i vantaggi e i software da utilizzare. I vantaggi di integrare il BIM e il facility management nelle aziende manifatturiere Nel settore industriale si sta parlando sempre più spesso dell’integrazione tra BIM e Facility management, che permette di sfruttare appieno le potenzialità della propria azienda, come edificio e come realtà lavorativa. Utilizzare il BIM per il Facility Management, ovvero la dimensione 6D del BIM, permette di: Come integrare il facility management nelle aziende Per integrare il Facility management nelle aziende è fondamentale avere a disposizione un digital twin dell’edificio, un modello digitale che rispetto al BIM non contiene informazioni sulla progettazione dell’opera, ma si concentra sull’utilizzo che le persone ne fanno e sulla sua manutenzione. In particolare, con il digital twin nelle aziende manifatturiere si può gestire anche l’integrazione dei sistemi produttivi con i sensori IOT e l’intelligenza artificiale. È però necessario un approccio ben strutturato, in cui essere presenti in cantiere in ogni fase del lavoro, comunicare con tutti gli stakeholder coinvolti e raccogliere dati in modo corretto per validarli. Si tratta di un impegno importante, ma che rappresenta il futuro dell’edificio, dato che il modello digitale può essere utilizzato a lungo nel tempo, anche per decenni, a patto che venga manutenuto e costantemente aggiornato. I software per ottimizzare il flusso di lavoro Un software ben fatto per la gestione del facility management all’interno di un’azienda manifatturiera deve permettere massima flessibilità e un sistema gestibile e implementabile. Deve inoltre garantire: Attualmente in commercio esistono ancora pochi software di questo genere, ma con Skeinholding abbiamo sviluppato BIMFacility, un software OpenBIM totalmente personalizzabile e fondamentale per le industria manifatturiera, soprattutto se si vuole ottimizzare la gestione del flusso interno della propria azienda e garantirne il successo a lungo termine. Vuoi sapere di più sul mondo del facility management per le aziende manifatturiere? Segui i nostri webinar e il nostro podcast BIMeet, oppure contattaci per avere maggiori informazioni su BIM Facility!

BIMeet al fianco di BIM (K)now! per l’evento “BIM e Intelligenza Artificiale” – 23 novembre, Napoli

Con il recente avanzare della digitalizzazione e l’adozione del Building Information Modeling (BIM), il settore delle costruzioni e dell’architettura ha vissuto una trasformazione profonda, ponendo nuove sfide e aprendo nuove opportunità strategiche per i professionisti del settore. All’interno di questo scenario in costante evoluzione, prende forma e si afferma BIM (K)now!. Il 12 ottobre 2024 al padiglione 25 della fiera SAIE di Bologna, ospite dello stand di SkeinBIM (ideatore di BIMeet – Il primo podcast italiano interamente dedicato al mondo BIM), l’ultima apparizione di BIM (K)now! con il Docente Vittorio Andrea Sellaro il quale ha tenuto un intervento dal titolo “ Istruzione 4.0: BIM, il Game Changer per Scuole e Università “.Il ciclo di conferenze BIM (K)now!, lanciato nel 2020, è un Format di Vittorio Andrea Sellaro sviluppato sotto l’iniziativa di Design Data Users. Fin dai primi incontri, organizzati come webinar, si è affermato rapidamente come uno dei format di riferimento nel campo della formazione avanzata sulla digitalizzazione e sul Building Information Modeling (BIM), attirando una platea sempre più ampia e diversificata.Grazie alla visione di Vittorio Andrea Sellaro, Contract Professor presso l’Università degli Studi di Pavia, BIM (K)now! ha saputo rispondere efficacemente alla crescente esigenza di aggiornamento professionale su temi chiave per l’industria delle costruzioni, coinvolgendo esperti di altissimo profilo e offrendo contenuti che spaziano dalle strategie digitali agli strumenti più avanzati del settore. Questo format si distingue per la capacità di intercettare le nuove sfide e opportunità legate alla digitalizzazione, rivolgendosi non solo agli studenti di architettura e ingegneria, ma anche a professionisti quali architetti, ingegneri, giuristi e dirigenti della pubblica amministrazione. Da allora sono passati diversi anni; anni in cui Vittorio Andrea Sellaro ha portato avanti l’attività divulgativa instancabilmente, con grande dedizione e coraggio, sia nelle Università che nelle Scuole Superiori, passando attraverso le fiere più importanti della filiera. Uno degli eventi principali si terrà in presenza a Napoli il 23 novembre 2024 presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II. Intitolato “BIM e Intelligenza Artificiale“, l’incontro avrà luogo nel Dipartimento di Architettura, al Palazzo Gravina, in via Monteoliveto 3, 80134 Napoli (NA), nell’Aula Gioffredo, dalle 10:00 alle 13:00. L’evento vedrà la partecipazione dello stimato studio ACPV Architects, rappresentato da Vincenzo Panasiti, Deputy Head of BIM, ed Emiliano Capasso, Head of BIM, e della società di ingegneria BIMON, specializzata in consulenza e progettazione BIM e digitale, con Riccardo Pagani, CEO di BIMON. Interverranno in apertura di conferenza Massimiliano Campi, Full Professor all’Università degli Studi di Napoli Federico II, Domenico Asprone, Full Professor all’Università degli Studi di Napoli Federico II, e Valeria Cera, Tenure-track Assistant Professor all’Università degli Studi di Napoli Federico II; l’intera conferenza avrà come media partner BIMeet (il primo podcast italiano dedicato al BIM diretto da Roberto Dallavilla).Questo evento è un esempio concreto dell’approccio di Vittorio Andrea Sellaro: un’opportunità di formazione che unisce il Building Information Modeling con l’Intelligenza Artificiale, illustrando le potenzialità future di questa integrazione e approfondendo casi studio e soluzioni operative. In qualità di Media Partner (e BIMlovers) vi invitiamo a partecipare all’evento, un occasione per chi desidera rimanere aggiornato sugli ultimi sviluppi tecnici e normativi in campo BIM e approfondire il ruolo strategico delle nuove tecnologie digitali.  In conclusione, si desidera sottolineare che l’evento formativo prevede il riconoscimento di CFP per gli iscritti all’Ordine degli Architetti Pianificatori Paesaggisti Conservatori di Napoli e Provincia (sarà presente a BIM (K)now! l’Arch. Ferdinando Natale Giampietro), a conferma della significatività e del valore della formazione proposta. Prenota ora il tuo posto PROGRAMMA DELL’EVENTO 10:00 start10:00 Registrazione Partecipanti10:05 Saluti ed Introduzione [ Prof. Vittorio Andrea Sellaro (Moderatore) ]10:15 Saluti Istituzionali [ Prof. Massimiliano Campi / Prof. Domenico Asprone / Prof.ssa Valeria Cera / Arch. Ferdinando Natale Giampietro / Roberto Dallavilla (MP) ]10:45 INTERVENTO OSPITI [ ACPV Architects / BIMON ]11:55 Conclusione [ Prof. Vittorio Andrea Sellaro (Moderatore) / Prof.ssa Valeria Cera ]12:10 Final Debate13:00 chiusura dei lavori

Che cos’è l’Open BIM e perché sceglierlo per la propria attività?

Nell’ambito della metodologia BIM è chiaro come siano necessari processi sempre più trasparenti, chiari e capaci di far collaborare in modo efficace tutte le figure coinvolte nei progetti. L’open BIM, grazie alla sua interoperabilità e all’utilizzo di standard aperti, risulta la soluzione migliore. Vediamo di che cosa si tratta, quali sono le differenze con il BIM chiuso e i vantaggi di utilizzarlo. Che cos’è l’Open BIM e cosa serve per implementarlo in azienda L’Open BIM, o BIM aperto, è una metodologia di lavoro aperta, ideato da buildingSMART International come risposta alla tradizionale metodologia BIM chiusa. È un processo di lavoro collaborativo, che garantisce l’interoperabilità tra le diverse discipline coinvolte nel ciclo di vita di un’opera, così come migliori coordinamento, collaborazione e condivisione dei dati tra le diverse figure coinvolte nel progetto. Per mettere implementarlo in azienda è fondamentale: Gli standard dell’Open BIM Perché il BIM aperto esista è fondamentale che vengano utilizzati degli standard di dati aperti. Gli standard devono essere aperti per garantire il libero accesso ai dati e permettono che questi vengano interpretati in modo univoco ed elaborati in modo automatico dai computer, per migliorare la collaborazione tra le diverse figure coinvolte e, soprattutto, poter utilizzare diversi software e non essere obbligati a utilizzarne esclusivamente uno proprietario. Nell’Open BIM, ci sono quattro standard principali: Le differenze tra OpenBIM e BIM tradizionale o chiuso Sia il BIM chiuso (tradizionale) che l’Open BIM sono metodologie di lavoro collaborative, ma presentano notevoli differenze tra loro. Come abbiamo visto, il BIM aperto vede l’utilizzo di standard e di formati aperti, utilizzabili su tutti i software senza distinzione. Il BIM chiuso invece utilizza formati proprietari e per lavorare in team è necessario accordarsi sull’utilizzo di un unico software.  Quali sono i vantaggi di utilizzare l’open BIM Viste le differenze, è chiaro come utilizzare l’openBIM sia molto più vantaggioso rispetto al tradizionale BIM chiuso, poco collaborativo se i professionisti utilizzano strumenti diversi. Il BIM aperto permette un flusso di lavoro ottimizzato e numerosi vantaggi per l’intero settore AEC, tra cui: Non solo. L’openBIM rende più valido ed efficace il BIM stesso, perché crea un linguaggio comune, standardizzato e accessibile, capace di migliorare la comunicazione tra le diverse figure coinvolte e di ottimizzare il lavoro, anche quando si collabora tra organizzazioni diverse e si utilizzano software differenti. Vuoi sapere di più sul mondo dell’OpenBIM? Continua a seguirci sul nostro blog, sui nostri canali social, sul canale WhatsApp e sul nostro podcast BIMeet!