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Che cos’è l’Open BIM e perché sceglierlo per la propria attività?

Nell’ambito della metodologia BIM è chiaro come siano necessari processi sempre più trasparenti, chiari e capaci di far collaborare in modo efficace tutte le figure coinvolte nei progetti. L’open BIM, grazie alla sua interoperabilità e all’utilizzo di standard aperti, risulta la soluzione migliore. Vediamo di che cosa si tratta, quali sono le differenze con il BIM chiuso e i vantaggi di utilizzarlo.

Che cos’è l’Open BIM e cosa serve per implementarlo in azienda

L’Open BIM, o BIM aperto, è una metodologia di lavoro aperta, ideato da buildingSMART International come risposta alla tradizionale metodologia BIM chiusa.

È un processo di lavoro collaborativo, che garantisce l’interoperabilità tra le diverse discipline coinvolte nel ciclo di vita di un’opera, così come migliori coordinamento, collaborazione e condivisione dei dati tra le diverse figure coinvolte nel progetto.

Per mettere implementarlo in azienda è fondamentale:

  • Seguire una formazione adeguata;
  • Utilizzare software Open BIM;
  • Creare un flusso di lavoro e processi strutturati.

Gli standard dell’Open BIM

Perché il BIM aperto esista è fondamentale che vengano utilizzati degli standard di dati aperti.

Gli standard devono essere aperti per garantire il libero accesso ai dati e permettono che questi vengano interpretati in modo univoco ed elaborati in modo automatico dai computer, per migliorare la collaborazione tra le diverse figure coinvolte e, soprattutto, poter utilizzare diversi software e non essere obbligati a utilizzarne esclusivamente uno proprietario.

Nell’Open BIM, ci sono quattro standard principali:

  • IFC o Industry Foundation Classes, è lo standard usufruibile da tutti i software di progettazione, a livello internazionale. Permette a più figure di collaborare e scambiarsi informazioni durante tutte le fasi del progetto;
  • IDS o Information Delivery Specification, è lo standard che permette di definire i requisiti informativi del modello BIM e rispettare in modo più accurato le direttive e gli obiettivi dei committenti;
  • BCF o BIM Collaboration Format, è lo standard che permette di anticipare errori e problematiche modificando in anticipo il progetto;
  • openCDE è lo standard che permette una comunicazione aperta tra il Common Data Environment e il BIM.

Le differenze tra OpenBIM e BIM tradizionale o chiuso

Sia il BIM chiuso (tradizionale) che l’Open BIM sono metodologie di lavoro collaborative, ma presentano notevoli differenze tra loro.

Come abbiamo visto, il BIM aperto vede l’utilizzo di standard e di formati aperti, utilizzabili su tutti i software senza distinzione. Il BIM chiuso invece utilizza formati proprietari e per lavorare in team è necessario accordarsi sull’utilizzo di un unico software

Quali sono i vantaggi di utilizzare l’open BIM

Viste le differenze, è chiaro come utilizzare l’openBIM sia molto più vantaggioso rispetto al tradizionale BIM chiuso, poco collaborativo se i professionisti utilizzano strumenti diversi.

Il BIM aperto permette un flusso di lavoro ottimizzato e numerosi vantaggi per l’intero settore AEC, tra cui:

  • Processi più efficienti e sostenibili, anche sul piano ambientale;
  • Maggiore collaborazione e condivisione di dati e procedure tra team;
  • Facilità nel raggiungere gli obiettivi prefissati e nel realizzare un lavoro ottimizzato ed efficiente;
  • Più trasparenza grazie alla possibilità di accedere ai dati in modo costante;
  • Maggiori possibilità di crescita per l’azienda e di distinguersi in un mercato competitivo.

Non solo. L’openBIM rende più valido ed efficace il BIM stesso, perché crea un linguaggio comune, standardizzato e accessibile, capace di migliorare la comunicazione tra le diverse figure coinvolte e di ottimizzare il lavoro, anche quando si collabora tra organizzazioni diverse e si utilizzano software differenti.

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