Al di là degli aspetti più strettamente legati alla tecnologia, l’implementazione della metodologia BIM ha un forte impatto sui processi di sviluppo del progetto e richiede quindi da parte dei progettisti un salto di qualità metodologico e concettuale. Il BIM permette di realizzare modelli virtuali che migliorano e ampliano la gestione dei dati, la qualità delle informazioni e diminuiscono la percentuale di errori, permettendo quindi di lavorare secondo un approccio collaborativo, condividendo le scelte tecniche, rilevando e risolvendo eventuali incongruenze ed errori.
Il BIM prevede che ogni scelta progettuale sia ponderata sotto diversi aspetti disciplinari e approvata da tutti i partecipanti al progetto, così che ogni competenza richiesta concorra alla definizione dell’insieme. Negli ultimi anni, infatti, il rapporto fra l’azienda e i collaboratori è cambiato a favore di una maggiore valorizzazione della risorsa umana e l’apporto di conoscenza fornito dai collaboratori è oggi più che mai da non sottovalutare.
IL BIM IN AZIENDA
Se, in Italia, dopo le prime incertezze e difficoltà, la Pubblica Amministrazione ha aperto all’introduzione del BIM definendo chiaramente nel DM560/2017 che entro il 2025 i bandi pubblici di tutti i livelli saranno BIM, per il privato è tutta un’altra storia.
I professionisti che sono incaricati di redigere progetti in ambito privato, infatti, si trovano in una situazione di alta complessità e confusione. Da un lato si trovano a rispondere ad esigenze sempre più pressanti in termini di economicità dei progetti e di rapidità di realizzazione con risorse specializzate, e dall’altro trovano scarsi riscontri e salvaguardie riguardo il riconoscimento della qualità progettuale.
Per tutta una serie di ragioni, le aziende private sembrano ancora restie ad adottare il BIM nella progettazione di prodotti o parti di essi. L’idea diffusa è “Il BIM non paga” o anche “il BIM costa troppo” o ancora “il BIM non viene riconosciuto economicamente dal cliente”. Queste sono affermazioni in netta controtendenza con quanto detto rispetto al settore pubblico, ma sono sicuramente diffuse e condivise nella filiera progettuale italiana. E per questo è bene fare un po’ di chiarezza.
IL COSTO DEL BIM COME INVESTIMENTO SUL FUTURO
Esiste una differenza fondamentale tra i concetti di costo e investimento: mentre nel primo caso ci troviamo in presenza di una voce di spesa, nel secondo si tratta di un atto o iniziativa da cui ci si aspetta un vantaggio futuro.
Investire negli strumenti di progettazione e nella formazione delle risorse risulta essere un’opportunità in momenti di cambiamento come quelli che stiamo vivendo. Una possibilità di rendere l’azienda competitiva e sempre in forte crescita.
CONVIENE QUINDI ASPETTARE ANCORA?
Ormai il BIM è un’opportunità che non merita di essere sprecata. Investire in questo momento sulla professionalità e sulla capacità di collaborare con i colleghi di altre discipline della filiera, permette di essere pronti al futuro, significa credere nella collaborazione e nel cambiamento.
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