Diventare un’azienda più sostenibile? Possibile, grazie al BIM!

Introdurre in azienda la metodologia BIM è un modo per le imprese manifatturiere e del settore AEC di optare per una metodologia di lavoro più sostenibile. Quali sono gli strumenti che le aziende possono utilizzare per prendere parte alla transizione ecologica con il BIM? Scopriamolo insieme. Diventare più sostenibili con il BIM: la dimensione 7D Ormai sappiamo bene che il 7D è la dimensione del BIM che si occupa della sostenibilità del progetto. L’implementazione in azienda di software BIM 7D permette di trasformare il classico modello BIM in un BEM, Building Energy Model, che integra le informazioni energetiche del progetto e consente di analizzare i fabbisogni energetici durante tutte le fasi del ciclo di vita di un edificio, ottimizzandone l’efficienza. Grazie al BEM e al BIM 7D, è possibile: Integrare i digital twin nei progetti BIM Il Digital Twin, o gemello digitale, è una copia virtuale di un edificio già esistente o in fase di costruzione. Raccoglie dati in tempo reale per analizzare l’uso quotidiano dell’edificio e gestirne la manutenzione. Combina modelli BIM con informazioni raccolte tramite sensori e dispositivi IoT e integrarlo nei propri progetti è fondamentale per migliorarne la sostenibilità, perché: BIM sostenibile con il Life Cycle Assessment Il Life Cycle Assessment (LCA) è una metodologia che permette di analizzare l’impatto ambientale di un progetto lungo tutte le fasi del suo ciclo di vita. Quando viene integrato con il BIM, l’LCA: Il Life Cycle Assessment fornisce quindi indicazioni utili sulla sostenibilità del progetto e: Implementare il BIM in azienda non è solo un obbligo, ma un impegno per un futuro migliore Dal 2025 il BIM diventerà obbligatorio per i progetti della Pubblica Amministrazione. Adottare questa metodologia consentirà quindi alle aziende di conformarsi alle normative, aumentare le opportunità di incarico e distinguersi sul mercato. Integrare il BIM però non significa unicamente ottenere più clienti o adeguarsi ai cambiamenti, significa soprattutto contribuire attivamente a un futuro più sostenibile, obiettivo ormai imprescindibile per i settori manifatturiero e AEC. Noi di SkeinBIM siamo convinti che la digitalizzazione dell’edilizia sia una scelta indispensabile per costruire un domani più sostenibile, continua a seguirci sul nostro blog, sui nostri canali social, sul canale WhatsApp e sul nostro podcast BIMeet per saperne di più 

Aggiornamenti del nuovo Codice Appalti: cosa cambia sull’obbligo del BIM per gli appalti pubblici?

Lo scorso agosto abbiamo pubblicato un articolo per raccontare a che punto siamo con l’obbligo del BIM in Italia, ed è degli ultimi giorni la notizia che il nuovo Codice Appalti ha subito un importante cambiamento, in vista della scadenza di gennaio 2025 per l’adozione del BIM nella Pubblica Amministrazione. Di cosa si tratta? Scopriamo tutti gli aggiornamenti sull’obbligo del BIM per gli appalti pubblici. Le modifiche al nuovo Codice Appalti Lo scorso fine ottobre il Consiglio dei Ministri ha approvato in esame preliminare un decreto legislativo che introduce importanti modifiche al Codice Appalti. Il nuovo decreto interviene su 78 articoli, ne introduce 3 nuovi e aggiunge 3 nuovi allegati, con l’obiettivo di rendere più efficace e chiara la normativa sui contratti pubblici. In particolare, il nuovo decreto si concentra su: 1 | Digitalizzazione dei contratti pubblici Uno degli obiettivi principali del nuovo decreto è migliorare la digitalizzazione nel settore degli appalti pubblici, attraverso l’introduzione di misure volte a semplificare le procedure, tra cui: Semplificazione della procedura di creazione e gestione del fascicolo virtuale degli operatori economici; Ridefinizione della suddivisione dei compiti tra il Responsabile Unico del Procedimento e il personale delle stazioni appaltanti per il caricamento dei dati. 2 | Qualificazione delle stazioni appaltanti Cambiano anche i requisiti per le stazioni appaltanti, al fine di migliorare la qualità e l’efficienza del processo decisionale: Per maggiori informazioni sulle stazioni appaltanti, vi invitiamo alla lettura dell’articolo La verifica dei requisiti: cosa prevede il nuovo codice appaltidi Biblus. 3 | Tutela delle PMI Un’altra area di intervento riguarda le tutele per le micro, piccole e medie imprese (PMI), per garantire una partecipazione più inclusiva ai processi di appalto pubblico. Nel nuovo decreto: Una nuova soglia per l’obbligo del BIM Nel nuovo decreto viene presentata inoltre una importante modifica all’articolo 43 del codice appalti: il BIM sarà obbligatorio per tutti i bandi di gara con importi superiori a due milioni di euro, non più 1 milione come previsto finora. Viene inoltre introdotta una soglia specifica per i beni culturali, per cui il BIM sarà obbligatorio con importi superiori a 5,538 milioni di euro. Cosa cambia davvero con l’innalzamento della soglia a 2 milioni di euro Il cambiamento reale del nuovo codice appalti non riguarda l’importo per i bandi di gara in sé, quanto più il metodo per determinare la soglia. Mentre nel Codice Appalti vigente è l’importo a base di gara a determinare la soglia, con il correttivo essa viene invece determinata attraverso una stima parametrica effettuata nella fase preliminare di progettazione, che consente di calcolare i costi basandosi su parametri concreti anche se non si dispone ancora di un progetto completo. In pratica, l’obbligo di utilizzo del BIM si baserà sul costo complessivo stimato durante la redazione del documento di fattibilità delle alternative progettuali. Come può aiutarti SkeinBIM per adeguare la tua azienda alle nuove regole del Codice Appalti Con SkeinBIM aiutiamo progettisti e aziende manifatturiere di tutto il mondo a innovarsi e digitalizzarsi. Ti offriamo i migliori servizi BIM, un team multidisciplinare altamente qualificato, consulenza dedicata e aggiornamenti costanti sul mondo BIM, per rimanere sempre al passo con i tempi. Contattaci per sapere come possiamo aiutarti e continua a seguirci sul nostro blog, sui nostri canali social, sul canale WhatsApp e sul nostro podcast BIMeet! 

BIM e Facility Management: le applicazioni per le aziende manifatturiere

Quando si parla di BIM e facility management si pensa subito alla manutenzione degli edifici residenziali, ma non tutti sanno che l’applicazione di questa metodologia è possibile anche per gli ambienti industriali, in particolare per le aziende manifatturiere. In questo articolo vediamo come integrare il facility management nelle aziende e quali sono i vantaggi e i software da utilizzare. I vantaggi di integrare il BIM e il facility management nelle aziende manifatturiere Nel settore industriale si sta parlando sempre più spesso dell’integrazione tra BIM e Facility management, che permette di sfruttare appieno le potenzialità della propria azienda, come edificio e come realtà lavorativa. Utilizzare il BIM per il Facility Management, ovvero la dimensione 6D del BIM, permette di: Come integrare il facility management nelle aziende Per integrare il Facility management nelle aziende è fondamentale avere a disposizione un digital twin dell’edificio, un modello digitale che rispetto al BIM non contiene informazioni sulla progettazione dell’opera, ma si concentra sull’utilizzo che le persone ne fanno e sulla sua manutenzione. In particolare, con il digital twin nelle aziende manifatturiere si può gestire anche l’integrazione dei sistemi produttivi con i sensori IOT e l’intelligenza artificiale. È però necessario un approccio ben strutturato, in cui essere presenti in cantiere in ogni fase del lavoro, comunicare con tutti gli stakeholder coinvolti e raccogliere dati in modo corretto per validarli. Si tratta di un impegno importante, ma che rappresenta il futuro dell’edificio, dato che il modello digitale può essere utilizzato a lungo nel tempo, anche per decenni, a patto che venga manutenuto e costantemente aggiornato. I software per ottimizzare il flusso di lavoro Un software ben fatto per la gestione del facility management all’interno di un’azienda manifatturiera deve permettere massima flessibilità e un sistema gestibile e implementabile. Deve inoltre garantire: Attualmente in commercio esistono ancora pochi software di questo genere, ma con Skeinholding abbiamo sviluppato BIMFacility, un software OpenBIM totalmente personalizzabile e fondamentale per le industria manifatturiera, soprattutto se si vuole ottimizzare la gestione del flusso interno della propria azienda e garantirne il successo a lungo termine. Vuoi sapere di più sul mondo del facility management per le aziende manifatturiere? Segui i nostri webinar e il nostro podcast BIMeet, oppure contattaci per avere maggiori informazioni su BIM Facility!

BIMeet al fianco di BIM (K)now! per l’evento “BIM e Intelligenza Artificiale” – 23 novembre, Napoli

Con il recente avanzare della digitalizzazione e l’adozione del Building Information Modeling (BIM), il settore delle costruzioni e dell’architettura ha vissuto una trasformazione profonda, ponendo nuove sfide e aprendo nuove opportunità strategiche per i professionisti del settore. All’interno di questo scenario in costante evoluzione, prende forma e si afferma BIM (K)now!. Il 12 ottobre 2024 al padiglione 25 della fiera SAIE di Bologna, ospite dello stand di SkeinBIM (ideatore di BIMeet – Il primo podcast italiano interamente dedicato al mondo BIM), l’ultima apparizione di BIM (K)now! con il Docente Vittorio Andrea Sellaro il quale ha tenuto un intervento dal titolo “ Istruzione 4.0: BIM, il Game Changer per Scuole e Università “.Il ciclo di conferenze BIM (K)now!, lanciato nel 2020, è un Format di Vittorio Andrea Sellaro sviluppato sotto l’iniziativa di Design Data Users. Fin dai primi incontri, organizzati come webinar, si è affermato rapidamente come uno dei format di riferimento nel campo della formazione avanzata sulla digitalizzazione e sul Building Information Modeling (BIM), attirando una platea sempre più ampia e diversificata.Grazie alla visione di Vittorio Andrea Sellaro, Contract Professor presso l’Università degli Studi di Pavia, BIM (K)now! ha saputo rispondere efficacemente alla crescente esigenza di aggiornamento professionale su temi chiave per l’industria delle costruzioni, coinvolgendo esperti di altissimo profilo e offrendo contenuti che spaziano dalle strategie digitali agli strumenti più avanzati del settore. Questo format si distingue per la capacità di intercettare le nuove sfide e opportunità legate alla digitalizzazione, rivolgendosi non solo agli studenti di architettura e ingegneria, ma anche a professionisti quali architetti, ingegneri, giuristi e dirigenti della pubblica amministrazione. Da allora sono passati diversi anni; anni in cui Vittorio Andrea Sellaro ha portato avanti l’attività divulgativa instancabilmente, con grande dedizione e coraggio, sia nelle Università che nelle Scuole Superiori, passando attraverso le fiere più importanti della filiera. Uno degli eventi principali si terrà in presenza a Napoli il 23 novembre 2024 presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II. Intitolato “BIM e Intelligenza Artificiale“, l’incontro avrà luogo nel Dipartimento di Architettura, al Palazzo Gravina, in via Monteoliveto 3, 80134 Napoli (NA), nell’Aula Gioffredo, dalle 10:00 alle 13:00. L’evento vedrà la partecipazione dello stimato studio ACPV Architects, rappresentato da Vincenzo Panasiti, Deputy Head of BIM, ed Emiliano Capasso, Head of BIM, e della società di ingegneria BIMON, specializzata in consulenza e progettazione BIM e digitale, con Riccardo Pagani, CEO di BIMON. Interverranno in apertura di conferenza Massimiliano Campi, Full Professor all’Università degli Studi di Napoli Federico II, Domenico Asprone, Full Professor all’Università degli Studi di Napoli Federico II, e Valeria Cera, Tenure-track Assistant Professor all’Università degli Studi di Napoli Federico II; l’intera conferenza avrà come media partner BIMeet (il primo podcast italiano dedicato al BIM diretto da Roberto Dallavilla).Questo evento è un esempio concreto dell’approccio di Vittorio Andrea Sellaro: un’opportunità di formazione che unisce il Building Information Modeling con l’Intelligenza Artificiale, illustrando le potenzialità future di questa integrazione e approfondendo casi studio e soluzioni operative. In qualità di Media Partner (e BIMlovers) vi invitiamo a partecipare all’evento, un occasione per chi desidera rimanere aggiornato sugli ultimi sviluppi tecnici e normativi in campo BIM e approfondire il ruolo strategico delle nuove tecnologie digitali.  In conclusione, si desidera sottolineare che l’evento formativo prevede il riconoscimento di CFP per gli iscritti all’Ordine degli Architetti Pianificatori Paesaggisti Conservatori di Napoli e Provincia (sarà presente a BIM (K)now! l’Arch. Ferdinando Natale Giampietro), a conferma della significatività e del valore della formazione proposta. Prenota ora il tuo posto PROGRAMMA DELL’EVENTO 10:00 start10:00 Registrazione Partecipanti10:05 Saluti ed Introduzione [ Prof. Vittorio Andrea Sellaro (Moderatore) ]10:15 Saluti Istituzionali [ Prof. Massimiliano Campi / Prof. Domenico Asprone / Prof.ssa Valeria Cera / Arch. Ferdinando Natale Giampietro / Roberto Dallavilla (MP) ]10:45 INTERVENTO OSPITI [ ACPV Architects / BIMON ]11:55 Conclusione [ Prof. Vittorio Andrea Sellaro (Moderatore) / Prof.ssa Valeria Cera ]12:10 Final Debate13:00 chiusura dei lavori

Che cos’è l’Open BIM e perché sceglierlo per la propria attività?

Nell’ambito della metodologia BIM è chiaro come siano necessari processi sempre più trasparenti, chiari e capaci di far collaborare in modo efficace tutte le figure coinvolte nei progetti. L’open BIM, grazie alla sua interoperabilità e all’utilizzo di standard aperti, risulta la soluzione migliore. Vediamo di che cosa si tratta, quali sono le differenze con il BIM chiuso e i vantaggi di utilizzarlo. Che cos’è l’Open BIM e cosa serve per implementarlo in azienda L’Open BIM, o BIM aperto, è una metodologia di lavoro aperta, ideato da buildingSMART International come risposta alla tradizionale metodologia BIM chiusa. È un processo di lavoro collaborativo, che garantisce l’interoperabilità tra le diverse discipline coinvolte nel ciclo di vita di un’opera, così come migliori coordinamento, collaborazione e condivisione dei dati tra le diverse figure coinvolte nel progetto. Per mettere implementarlo in azienda è fondamentale: Gli standard dell’Open BIM Perché il BIM aperto esista è fondamentale che vengano utilizzati degli standard di dati aperti. Gli standard devono essere aperti per garantire il libero accesso ai dati e permettono che questi vengano interpretati in modo univoco ed elaborati in modo automatico dai computer, per migliorare la collaborazione tra le diverse figure coinvolte e, soprattutto, poter utilizzare diversi software e non essere obbligati a utilizzarne esclusivamente uno proprietario. Nell’Open BIM, ci sono quattro standard principali: Le differenze tra OpenBIM e BIM tradizionale o chiuso Sia il BIM chiuso (tradizionale) che l’Open BIM sono metodologie di lavoro collaborative, ma presentano notevoli differenze tra loro. Come abbiamo visto, il BIM aperto vede l’utilizzo di standard e di formati aperti, utilizzabili su tutti i software senza distinzione. Il BIM chiuso invece utilizza formati proprietari e per lavorare in team è necessario accordarsi sull’utilizzo di un unico software.  Quali sono i vantaggi di utilizzare l’open BIM Viste le differenze, è chiaro come utilizzare l’openBIM sia molto più vantaggioso rispetto al tradizionale BIM chiuso, poco collaborativo se i professionisti utilizzano strumenti diversi. Il BIM aperto permette un flusso di lavoro ottimizzato e numerosi vantaggi per l’intero settore AEC, tra cui: Non solo. L’openBIM rende più valido ed efficace il BIM stesso, perché crea un linguaggio comune, standardizzato e accessibile, capace di migliorare la comunicazione tra le diverse figure coinvolte e di ottimizzare il lavoro, anche quando si collabora tra organizzazioni diverse e si utilizzano software differenti. Vuoi sapere di più sul mondo dell’OpenBIM? Continua a seguirci sul nostro blog, sui nostri canali social, sul canale WhatsApp e sul nostro podcast BIMeet! 

Cos’è lo standard IDS, una rivoluzione per il mondo dell’OpenBIM

Cos'è lo standard IDS, una rivoluzione per il mondo dell'OpenBIM

Nell’ambito del BIM si sente sempre più forte la necessità di avere a disposizione dati precisi e affidabili. Con i sistemi tradizionali come fogli di calcolo e PDF, non interpretabili dai computer, è difficile gestire i dati in modo efficace, per questo è stato adottato lo standard IDS, un cambiamento radicale per i flussi di lavoro OpenBIM. In questo articolo vediamo di cosa si tratta, quali sono i vantaggi di utilizzarlo e chi sono i protagonisti del nuovo flusso di lavoro ottimizzato. Che cos’è lo standard IDS Lo standard IDS, acronimo di Information Delivery Specification, è uno documento che permette di specificare i dati che vanno inclusi in un dataset BIM e di verificarne la consegna. Definisce come devono essere forniti e scambiati: Ed è una rivoluzione per il mondo del BIM, perché definisce i requisiti informativi stabiliti dal committente in modo che siano comprensibili e interpretabili anche dai computer. Prima, infatti, questi requisiti venivano condivisi in formati come fogli di calcolo o PDF non interpretabili dai computer, mentre i documenti IDS sono realizzati in formato XML. Perché l’IDS è importante per i processi OpenBIM Di questo standard abbiamo sentito parlare parecchio negli ultimi mesi. Lo scorso giugno buildingSMART International ha lanciato la versione 1.0 dell’IDS e l’ha ufficializzata come standard definitivo per la gestione delle informazioni nei progetti BIM, e nello stesso periodo l’IDS è stato riconosciuto come standard definitivo ISO per permetterne l’adozione a livello mondiale. Quali sono i vantaggi del suo utilizzo È chiaro come l’IDS sia quindi un elemento fondamentale per ottenere le giuste informazioni, e utilizzarlo nei propri progetti permette di: Il rapporto tra standard IDS e formato IFC A tal proposito, lo standard IDS è strettamente collegato con il formato IFC. Questi due strumenti insieme garantiscono che tutte le informazioni siano specificate e strutturate correttamente per consentirne la validazione nel flusso di lavoro. In particolare, l’IDS definisce proprietà, quantità, classificazioni ecc., mentre l’IFC fornisce la struttura sottostante dei dati. Ottimizzare il flusso di lavoro BIM con l’IDS Il flusso di lavoro BIM implementato con lo standard IDS è molto più preciso e soprattutto può essere automatizzato nelle sue fasi. Vede tre protagonisti principali: il committente, lo studio di modellazione e il validatore (o una società che si occupa di BIM management), ognuno con i propri compiti definiti: Vuoi sapere di più sul mondo dell’OpenBIM? Continua a seguirci sul nostro blog, sui nostri canali social, sul canale WhatsApp e sul nostro podcast BIMeet! 

Perché avere un catalogo di oggetti BIM? I vantaggi per le aziende e i progettisti

Creazione catalogo digitale dei prodotti per aziende manifatturiere

Sappiamo bene che il BIM non è una prerogativa del settore AEC e che oggi viene utilizzato anche nelle aziende manifatturiere per convertire qualsiasi tipo di prodotto per l’edilizia in un oggetto digitale, creando un catalogo di oggetti BIM. Di cosa si tratta e quali sono i vantaggi di utilizzare gli oggetti BIM per le aziende e per i progettisti? Cosa sono gli oggetti BIM Gli oggetti BIM sono modelli digitali e tridimensionali di componenti e manufatti, la rappresentazione digitale del catalogo di prodotti di un’azienda, ad esempio impiantistica, porte, scale, finestre, sanitari, valvole, tubazioni e tutti gli elementi fisici che possono andare a comporre un’opera. Sono realizzati in 3D con software di architettura come Revit, ArchiCAD, Allplan e SKETCHUP, e contengono tutti i metadati e le informazioni relative alle caratteristiche del prodotto Gli oggetti BIM sono costituiti da una geometria fissa o parametrica e dai dati immessi nello stesso modello e devono essere realizzati secondo parametri specifici, scelti liberamente dal progettista e che classificano le caratteristiche dell’oggetto stesso. Per evitare che ogni progettista definisca i suoi parametri e per semplificare il processo, sono state adottate la codifica ETIM e le linee guida dettate da ETIM International, che permettono di creare una lista di parametri standardizzati e uniformi e di realizzare una classificazione chiara e standardizzata. Quali sono i vantaggi di utilizzare gli oggetti BIM? Avere un catalogo di oggetti BIM significa avere a propria disposizione una tecnologia in grado di presentare in anteprima i prodotti e monitorarne le prestazioni prima di immetterli sul mercato. I vantaggi sono numerosi, sia per le aziende manifatturiere che per i progettisti. Vediamone alcuni. I vantaggi per le aziende manufatturiere Attraverso gli oggetti BIM, un’azienda manifatturiera rende disponibile ai suoi clienti un catalogo digitale e ottimizzato di prodotti, che possono essere inseriti facilmente in un modello BIM e modificati a seconda delle esigenze dei committenti. In questo modo l’azienda: I vantaggi degli oggetti BIM per i progettisti Avere a disposizione un catalogo di oggetti BIM è un vantaggio anche per i progettisti, che durante la realizzazione del progetto possono: La sostenibilità degli oggetti BIM Un vantaggio che accomuna progettisti e aziende manifatturiere è la possibilità di realizzare progetti più attenti alla sostenibilità grazie al proprio catalogo di oggetti digitali. Sappiamo che grazie al BIM 7D si possono realizzare edifici a basso impatto ambientale, e anche gli oggetti BIM aprono la strada a progetti più sostenibili, perché permettono di lavorare meglio, conoscendo le quantità e le tipologie di prodotti necessari in anticipo e limitano così errori e sprechi di materiale. Utilizzare gli oggetti BIM significa quindi pensare e progettare in un’ottica di sostenibilità e restare al passo con i tempi, distinguendosi dalle aziende concorrenti che continuano lavorare in modo tradizionale. Hai bisogno di creare il tuo catalogo di oggetti BIM? Vai sul nostro sito e contattaci! 

Save the date: quest’anno SkeinBim partecipa a SAIE Bologna!

Partner BIM alla fiera SAIE delle costruzioni di Bologna

La fiera SAIE è un punto di riferimento per il nostro settore ed è sempre più incentrata sul mondo BIM. Quest’anno con SkeinBim parteciperemo per la prima volta con uno stand e numerosi workshop ed eventi. L’appuntamento è a Bologna, dal 9 al 12 ottobre 2024. Cosa faremo? Leggi l’articolo per scoprirlo! Che cos’è SAIE Bologna SAIE Bologna, la Fiera delle Costruzioni organizzata da Senaf, è uno dei più importanti eventi in Italia dedicato a progettazione, digitalizzazione, edilizia, impianti, servizi e media, che racchiude l’intera filiera delle costruzioni e offre una panoramica completa sulla trasformazione che il settore delle costruzioni sta vivendo in questo momento. È una fiera professionale a cui partecipano come espositori i protagonisti del settore AEC e che vede tra i suoi visitatori costruttori, progettisti, tecnici, committenti, BIM manager e tantissime altre figure centrali nel nostro ambito e non solo. Nelle sue ultime edizioni l’evento ha dato sempre più importanza al BIM e quest’anno ci vedrà partecipare per la prima volta, per far conoscere agli studi di architettura e di progettazione MEP e alle aziende manifatturiere l’innovativo metodo BIM firmato SkeinBim, completamente diverso da quello a cui si è abituati, e i servizi BIM che possiamo offrire alle aziende. Cosa faremo a SAIE Bologna A SAIE avremo un nostro stand, dove venirci a trovare, scoprire i nostri servizi e seguire i nostri workshop dedicati al BIM. Il 10 e 11 ottobre terremo inoltre un evento in collaborazione con AssoBIM: In entrambi i giorni, l’appuntamento è dalle 14:30 alle 15:00 all’interno del villaggio della digitalizzazione, un progetto pensato e organizzato da AssoBim per approfondire i temi legati al BIM e alla digitalizzazione del settore AEC. Le novità che porteremo a SAIE Bologna Oltre ai workshop e agli eventi, durante la fiera ci saranno numerose novità. Tra queste, presenteremo ai visitatori i nostri servizi innovativi, tra cui: Ultimo, ma non meno importante, arriveremo a SAIE con il nostro nuovo logo, una novità con cui vogliamo rappresentare al meglio l’essenza di SkeinBim grazie a un design innovativo che mostra ai clienti la nostra costante evoluzione e il nostro impegno verso l’innovazione nel settore BIM. Vuoi venirci a trovare a SAIE? L’appuntamento è dal 9 all’12 ottobre 2024 a BolognaFiere, il quartiere fieristico di Bologna, in Piazza Costituzione 6. Il biglietto è gratuito, ti aspettiamo! Trovi tutte le informazioni sul sito https://www.saiebologna.it/

Il BIM per la protezione antincendio, dalle integrazioni con le nuove tecnologie al Fire Digital Check

Uno dei numerosi vantaggi del BIM è quello di aumentare la sicurezza del progetto. Non solo per quanto riguarda i cantieri e la commissione di errori, ma anche per il facility management, in particolare per la protezione antincendio. Vediamo quali sono i vantaggi del BIM per le procedure antincendio e introduciamo il Fire Digital Check. La sicurezza nel mondo BIM Oltre alle classiche dimensioni del BIM, dal 3D al 7D, negli ultimi tempi si sono aggiunte nuove dimensioni, che vanno dall’8D al 10D. In particolare, la dimensione 8D tratta della sicurezza sul lavoro in cantiere e grazie ad essa è possibile prevedere i rischi, definire le azioni per prevenire gli incidenti e fare un’analisi degli scenari per eliminare qualsiasi tipo di criticità. Integrando il BIM con altre tecnologie possiamo andare anche oltre la dimensione 8D, estendendo il concetto di sicurezza dal lavoro in cantiere fino al facility management e alla protezione antincendio, per prevenire in modo più accurato gli incendi e garantire la sicurezza dei progetti in ogni loro fase di vita. Il BIM per la protezione antincendio La prevenzione antincendio è di due tipologie: Il BIM può essere sfruttato per entrambe le tipologie, perché attraverso le analisi preventive aiuta a realizzare una progettazione dettagliata degli elementi antincendio necessari in un progetto e interviene anche nei processi di gestione, manutenzione e monitoraggio di materiali e dispositivi, per garantirne la funzionalità per l’intero ciclo di vita dell’opera. I vantaggi di utilizzare il BIM nella protezione antincendio Utilizzare il BIM nella protezione antincendio significa avere uno sguardo completo sia sulle azioni di protezione e prevenzione, sia sulla gestione e sulla manutenzione degli impianti, sul controllo delle scadenze e, non ultimo, sulle tempistiche di gestione della pratica. In questo modo, il controllo e la qualità del progetto saranno migliorati, garantendo una maggiore sicurezza del progetto stesso in ogni fase della sua vita. Il BIM può essere inoltre integrato con strumenti come il GIS e nuove tecnologie come Realtà Aumentata e Virtuale e Intelligenza Artificiale, per: Il progetto Fire Digital Check per la digitalizzazione dei progetti antincendio Nell’ambito del BIM antincendio è necessario parlare anche del Fire Digital Check, un progetto voluto dal Dipartimento dei Vigili del Fuoco, del Soccorso Pubblico e della Difesa Civile per digitalizzare il Codice di Prevenzione Incendi e realizzare uno standard di progettazione e validazione nazionale per i procedimenti di prevenzione incendi previsti dal DPR n. 151/2011. Il progetto prevede l’utilizzo del BIM per la digitalizzazione e standardizzazione dei procedimenti, e il nuovo codice digitalizzato può essere scaricato dal sito pro-fire.org. Vuoi sapere di più sul mondo del BIM e della protezione antincendio? Continua a seguirci sul nostro blog, sui nostri canali social, sul canale WhatsApp e sul nostro podcast BIMeet! 

BIM obbligatorio in Italia: a che punto siamo?

BIM obbligatorio per la PA: a che punto siamo?

Più di un anno e mezzo fa, il primo gennaio 2023, è entrato in vigore l’obbligo del BIM per tutte le opere pubbliche di importo pari o superiore a 5.350.000 euro. Tra pochi mesi, il primo gennaio 2025, l’importo diminuirà a 1 milione di euro, rendendo di fatto il BIM obbligatorio. Vediamo a che punto siamo in Italia con la digitalizzazione della PA. Cosa succede con la scadenza di gennaio 2025 L’art. 43 del nuovo Codice appalti definisce l’obbligatorietà del BIM per: L’utilizzo del BIM non sarà invece obbligatorio per: La digitalizzazione della Pubblica Amministrazione in Italia. A che punto siamo oggi? Il Rapporto OICE del 2023 spiega come lo scorso anno il numero dei bandi BIM sia diminuito, evidenziando un calo del 36,5% rispetto al 2022, con la pubblicazione di solo 637 bandi rispetto ai 1.003 del 2022. Nonostante questo, la percentuale di bandi di gara che hanno richiesto il BIM ha raggiunto il 32,6% del totale delle procedure. Un dato in aumento rispetto al 13,7% del 2022, che dimostra come le PA stanno, seppur lentamente, iniziando a recepire le normative. Perché scegliere il BIM anche quando non è obbligatorio L’art. 43 del nuovo Codice appalti indica in modo specifico quando utilizzare il BIM e quando è possibile evitarlo. Questo però non significa che il BIM non vada utilizzato se non obbligatorio. Lo stesso articolo infatti consente l’utilizzo facoltativo del BIM, che: L’utilizzo facoltativo del BIM è inoltre incentivato, attraverso la previsione di punteggi premiali per le stazioni appaltanti in sede di gara. Focus sull’interoperabilità del BIM e sui formati da utilizzare Sappiamo che il BIM è una metodologia che si basa sulla condivisione e sull’ottimizzazione dei processi. Fondamentale per l’adozione del BIM nella PA è quindi la scelta delle piattaforme e dei formati dei file da utilizzare, per garantire l’interoperabilità e la condivisione dei dati tra le PA e le figure coinvolte nel progetto. È qui che pone il focus l’articolo 43, comma 3 del nuovo Codice Appalti, che pone il vincolo di utilizzo di formati aperti non proprietari. L’articolo definisce l’utilizzo di file in formato IFC e la scelta dello standard OpenBIM, per garantire: Cosa devono fare ora le Pubbliche Amministrazioni? Le Pubbliche Amministrazioni hanno il dovere di adattarsi il prima possibile alla scadenza di gennaio 2025, recependo tutte le normative e gli adempimenti che regolano l’adozione del BIM nella PA. Vuoi sapere di più sul mondo del BIM e della Pubblica Amministrazione? Continua a seguirci sul nostro blog, sui nostri canali social, sul canale WhatsApp e sul nostro podcast BIMeet!