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Perché il BIM Execution Plan è uno dei documenti più importanti in una commessa BIM

Il BIM Execution Plan, o Piano di Gestione Informativa, è un documento che spesso viene sottovalutato, ma che può determinare il successo, o il fallimento, di un progetto in BIM.

In questo articolo vediamo cos’è il BEP, quali obiettivi ha, quando si redige, chi deve redigerlo e cosa contiene al suo interno.

Cos’è il BEP e quali sono i suoi obiettivi

Il BIM Execution Plan è il documento che rende operativo l’utilizzo del BIM in una specifica commessa. Riflette le richieste del committente e serve a definire chi fa cosa, con quali strumenti, quando e come.

Un buon BEP anticipa i problemi, organizza il lavoro, definisce le regole e crea un linguaggio condiviso tra tutte le parti.

I suoi obiettivi sono:

  • Pianificare e organizzare le attività legate al flusso informativo;
  • Definire ruoli, responsabilità e strumenti;
  • Assicurare che tutte le figure coinvolte condividano obiettivi BIM comuni e comprensibili;
  • Garantire coerenza e qualità dei modelli e delle informazioni;
  • Facilitare la collaborazione tra progettisti, committenti, imprese e subappaltatori;
  • Evitare fraintendimenti e ridurre il rischio di errori, rilavorazioni e ritardi.

Il BEP si redige in due momenti distinti:

  • Pre-contratto (oGI, offerta di Gestione Informativa): allegato all’offerta tecnica, dimostra la capacità dell’offerente di rispondere ai requisiti del Capitolato Informativo (CI). Include una proposta metodologica, un’ipotesi di flusso informativo e il profilo del team;
  • Post-contratto (pGI, piano di Gestione Informativa): rappresenta un documento contrattuale vero e proprio. Dettaglia ogni aspetto operativo della gestione BIM e coordina le attività tra tutti i soggetti coinvolti.

Nel primo caso lo redige il fornitore in fase di gara, nel secondo caso è a cura dell’appaltatore e del team di progettazione, in collaborazione con il committente.

Cosa contiene un BIM Execution Plan

I contenuti del BEP possono variare a seconda della complessità della commessa, ma ci sono alcune sezioni fondamentali, definite anche dalla norma UNI 11337-6. Non possono mancare:

  1. Premesse e riferimenti normativi: contesto, glossario, standard di riferimento;
  2. Obiettivi informativi e usi del BIM: cosa ci si aspetta dal processo e come si misurerà il risultato;
  3. Ruoli e responsabilità: chi fa cosa e con quali competenze;
  4. Strumenti, formati e standard: software utilizzati, struttura dei file, LOD/LOIN richiesti, standard di naming, modalità di condivisione;
  5. Modello informativo: struttura del PIM (Project Information Model) e AIM (Asset Information Model), formati IFC, livelli di sviluppo;
  6. Piani di consegna: MIDP (Master Information Delivery Plan), TIDP (Task Information Delivery Plan), scadenze, milestone e deliverables;
  7. Ambiente di Condivisione Dati (CDE): piattaforma utilizzata, regole di accesso, versionamento e approvazione dei documenti;
  8. Processi di qualità e sicurezza: procedure di validazione, gestione errori, backup e protezione dei dati.

Perché il BEP è così importante in un progetto BIM

Il BEP è un metodo, una strategia. È il documento che collega le esigenze del committente con le attività di chi dovrà dare forma al progetto. Definisce un sistema condiviso di regole, standard e procedure che permette a tutti di lavorare meglio, riducendo sprechi, ritardi e malintesi.

Se ben redatto, è lo strumento che consente di sfruttare appieno il valore informativo del BIM, evitando che si riduca a un semplice modello 3D.

Nessun progetto BIM dovrebbe partire senza un BEP

È la base su cui si costruisce la collaborazione tra i team, la qualità dei modelli e l’efficienza del processo. Certo, serve tempo per redigerlo bene, ma ne serve molto di più per gestire i problemi che nascono quando manca.

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