Cos’è lo standard IDS, una rivoluzione per il mondo dell’OpenBIM

Nell’ambito del BIM si sente sempre più forte la necessità di avere a disposizione dati precisi e affidabili. Con i sistemi tradizionali come fogli di calcolo e PDF, non interpretabili dai computer, è difficile gestire i dati in modo efficace, per questo è stato adottato lo standard IDS, un cambiamento radicale per i flussi di lavoro OpenBIM. In questo articolo vediamo di cosa si tratta, quali sono i vantaggi di utilizzarlo e chi sono i protagonisti del nuovo flusso di lavoro ottimizzato. Che cos’è lo standard IDS Lo standard IDS, acronimo di Information Delivery Specification, è uno documento che permette di specificare i dati che vanno inclusi in un dataset BIM e di verificarne la consegna. Definisce come devono essere forniti e scambiati: Ed è una rivoluzione per il mondo del BIM, perché definisce i requisiti informativi stabiliti dal committente in modo che siano comprensibili e interpretabili anche dai computer. Prima, infatti, questi requisiti venivano condivisi in formati come fogli di calcolo o PDF non interpretabili dai computer, mentre i documenti IDS sono realizzati in formato XML. Perché l’IDS è importante per i processi OpenBIM Di questo standard abbiamo sentito parlare parecchio negli ultimi mesi. Lo scorso giugno buildingSMART International ha lanciato la versione 1.0 dell’IDS e l’ha ufficializzata come standard definitivo per la gestione delle informazioni nei progetti BIM, e nello stesso periodo l’IDS è stato riconosciuto come standard definitivo ISO per permetterne l’adozione a livello mondiale. Quali sono i vantaggi del suo utilizzo È chiaro come l’IDS sia quindi un elemento fondamentale per ottenere le giuste informazioni, e utilizzarlo nei propri progetti permette di: Il rapporto tra standard IDS e formato IFC A tal proposito, lo standard IDS è strettamente collegato con il formato IFC. Questi due strumenti insieme garantiscono che tutte le informazioni siano specificate e strutturate correttamente per consentirne la validazione nel flusso di lavoro. In particolare, l’IDS definisce proprietà, quantità, classificazioni ecc., mentre l’IFC fornisce la struttura sottostante dei dati. Ottimizzare il flusso di lavoro BIM con l’IDS Il flusso di lavoro BIM implementato con lo standard IDS è molto più preciso e soprattutto può essere automatizzato nelle sue fasi. Vede tre protagonisti principali: il committente, lo studio di modellazione e il validatore (o una società che si occupa di BIM management), ognuno con i propri compiti definiti: Vuoi sapere di più sul mondo dell’OpenBIM? Continua a seguirci sul nostro blog, sui nostri canali social, sul canale WhatsApp e sul nostro podcast BIMeet! 

Perché avere un catalogo di oggetti BIM? I vantaggi per le aziende e i progettisti

Sappiamo bene che il BIM non è una prerogativa del settore AEC e che oggi viene utilizzato anche nelle aziende manifatturiere per convertire qualsiasi tipo di prodotto per l’edilizia in un oggetto digitale, creando un catalogo di oggetti BIM. Di cosa si tratta e quali sono i vantaggi di utilizzare gli oggetti BIM per le aziende e per i progettisti? Cosa sono gli oggetti BIM Gli oggetti BIM sono modelli digitali e tridimensionali di componenti e manufatti, la rappresentazione digitale del catalogo di prodotti di un’azienda, ad esempio impiantistica, porte, scale, finestre, sanitari, valvole, tubazioni e tutti gli elementi fisici che possono andare a comporre un’opera. Sono realizzati in 3D con software di architettura come Revit, ArchiCAD, Allplan e SKETCHUP, e contengono tutti i metadati e le informazioni relative alle caratteristiche del prodotto Gli oggetti BIM sono costituiti da una geometria fissa o parametrica e dai dati immessi nello stesso modello e devono essere realizzati secondo parametri specifici, scelti liberamente dal progettista e che classificano le caratteristiche dell’oggetto stesso. Per evitare che ogni progettista definisca i suoi parametri e per semplificare il processo, sono state adottate la codifica ETIM e le linee guida dettate da ETIM International, che permettono di creare una lista di parametri standardizzati e uniformi e di realizzare una classificazione chiara e standardizzata. Quali sono i vantaggi di utilizzare gli oggetti BIM? Avere un catalogo di oggetti BIM significa avere a propria disposizione una tecnologia in grado di presentare in anteprima i prodotti e monitorarne le prestazioni prima di immetterli sul mercato. I vantaggi sono numerosi, sia per le aziende manifatturiere che per i progettisti. Vediamone alcuni. I vantaggi per le aziende manufatturiere Attraverso gli oggetti BIM, un’azienda manifatturiera rende disponibile ai suoi clienti un catalogo digitale e ottimizzato di prodotti, che possono essere inseriti facilmente in un modello BIM e modificati a seconda delle esigenze dei committenti. In questo modo l’azienda: I vantaggi degli oggetti BIM per i progettisti Avere a disposizione un catalogo di oggetti BIM è un vantaggio anche per i progettisti, che durante la realizzazione del progetto possono: La sostenibilità degli oggetti BIM Un vantaggio che accomuna progettisti e aziende manifatturiere è la possibilità di realizzare progetti più attenti alla sostenibilità grazie al proprio catalogo di oggetti digitali. Sappiamo che grazie al BIM 7D si possono realizzare edifici a basso impatto ambientale, e anche gli oggetti BIM aprono la strada a progetti più sostenibili, perché permettono di lavorare meglio, conoscendo le quantità e le tipologie di prodotti necessari in anticipo e limitano così errori e sprechi di materiale. Utilizzare gli oggetti BIM significa quindi pensare e progettare in un’ottica di sostenibilità e restare al passo con i tempi, distinguendosi dalle aziende concorrenti che continuano lavorare in modo tradizionale. Hai bisogno di creare il tuo catalogo di oggetti BIM? Vai sul nostro sito e contattaci! 

Save the date: quest’anno SkeinBIM partecipa a SAIE Bologna!

La fiera SAIE è un punto di riferimento per il nostro settore ed è sempre più incentrata sul mondo BIM. Quest’anno con SkeinBIM parteciperemo per la prima volta con uno stand e numerosi workshop ed eventi. L’appuntamento è a Bologna, dal 9 al 12 ottobre 2024. Cosa faremo? Leggi l’articolo per scoprirlo! Che cos’è SAIE Bologna SAIE Bologna, la Fiera delle Costruzioni organizzata da Senaf, è uno dei più importanti eventi in Italia dedicato a progettazione, digitalizzazione, edilizia, impianti, servizi e media, che racchiude l’intera filiera delle costruzioni e offre una panoramica completa sulla trasformazione che il settore delle costruzioni sta vivendo in questo momento. È una fiera professionale a cui partecipano come espositori i protagonisti del settore AEC e che vede tra i suoi visitatori costruttori, progettisti, tecnici, committenti, BIM manager e tantissime altre figure centrali nel nostro ambito e non solo. Nelle sue ultime edizioni l’evento ha dato sempre più importanza al BIM e quest’anno ci vedrà partecipare per la prima volta, per far conoscere agli studi di architettura e di progettazione MEP e alle aziende manifatturiere l’innovativo metodo BIM firmato SkeinBim, completamente diverso da quello a cui si è abituati, e i servizi BIM che possiamo offrire alle aziende. Cosa faremo a SAIE Bologna A SAIE avremo un nostro stand, dove venirci a trovare, scoprire i nostri servizi e seguire i nostri workshop dedicati al BIM. Il 10 e 11 ottobre terremo inoltre un evento in collaborazione con AssoBIM: In entrambi i giorni, l’appuntamento è dalle 14:30 alle 15:00 all’interno del villaggio della digitalizzazione, un progetto pensato e organizzato da AssoBim per approfondire i temi legati al BIM e alla digitalizzazione del settore AEC. Le novità che porteremo a SAIE Bologna Oltre ai workshop e agli eventi, durante la fiera ci saranno numerose novità. Tra queste, presenteremo ai visitatori i nostri servizi innovativi, tra cui: Ultimo, ma non meno importante, arriveremo a SAIE con il nostro nuovo logo, una novità con cui vogliamo rappresentare al meglio l’essenza di SkeinBim grazie a un design innovativo che mostra ai clienti la nostra costante evoluzione e il nostro impegno verso l’innovazione nel settore BIM. Vuoi venirci a trovare a SAIE? L’appuntamento è dal 9 all’12 ottobre 2024 a BolognaFiere, il quartiere fieristico di Bologna, in Piazza Costituzione 6. Il biglietto è gratuito, ti aspettiamo! Trovi tutte le informazioni sul sito https://www.saiebologna.it/

Il BIM per la protezione antincendio, dalle integrazioni con le nuove tecnologie al Fire Digital Check

Uno dei numerosi vantaggi del BIM è quello di aumentare la sicurezza del progetto. Non solo per quanto riguarda i cantieri e la commissione di errori, ma anche per il facility management, in particolare per la protezione antincendio. Vediamo quali sono i vantaggi del BIM per le procedure antincendio e introduciamo il Fire Digital Check. La sicurezza nel mondo BIM Oltre alle classiche dimensioni del BIM, dal 3D al 7D, negli ultimi tempi si sono aggiunte nuove dimensioni, che vanno dall’8D al 10D. In particolare, la dimensione 8D tratta della sicurezza sul lavoro in cantiere e grazie ad essa è possibile prevedere i rischi, definire le azioni per prevenire gli incidenti e fare un’analisi degli scenari per eliminare qualsiasi tipo di criticità. Integrando il BIM con altre tecnologie possiamo andare anche oltre la dimensione 8D, estendendo il concetto di sicurezza dal lavoro in cantiere fino al facility management e alla protezione antincendio, per prevenire in modo più accurato gli incendi e garantire la sicurezza dei progetti in ogni loro fase di vita. Il BIM per la protezione antincendio La prevenzione antincendio è di due tipologie: Il BIM può essere sfruttato per entrambe le tipologie, perché attraverso le analisi preventive aiuta a realizzare una progettazione dettagliata degli elementi antincendio necessari in un progetto e interviene anche nei processi di gestione, manutenzione e monitoraggio di materiali e dispositivi, per garantirne la funzionalità per l’intero ciclo di vita dell’opera. I vantaggi di utilizzare il BIM nella protezione antincendio Utilizzare il BIM nella protezione antincendio significa avere uno sguardo completo sia sulle azioni di protezione e prevenzione, sia sulla gestione e sulla manutenzione degli impianti, sul controllo delle scadenze e, non ultimo, sulle tempistiche di gestione della pratica. In questo modo, il controllo e la qualità del progetto saranno migliorati, garantendo una maggiore sicurezza del progetto stesso in ogni fase della sua vita. Il BIM può essere inoltre integrato con strumenti come il GIS e nuove tecnologie come Realtà Aumentata e Virtuale e Intelligenza Artificiale, per: Il progetto Fire Digital Check per la digitalizzazione dei progetti antincendio Nell’ambito del BIM antincendio è necessario parlare anche del Fire Digital Check, un progetto voluto dal Dipartimento dei Vigili del Fuoco, del Soccorso Pubblico e della Difesa Civile per digitalizzare il Codice di Prevenzione Incendi e realizzare uno standard di progettazione e validazione nazionale per i procedimenti di prevenzione incendi previsti dal DPR n. 151/2011. Il progetto prevede l’utilizzo del BIM per la digitalizzazione e standardizzazione dei procedimenti, e il nuovo codice digitalizzato può essere scaricato dal sito pro-fire.org. Vuoi sapere di più sul mondo del BIM e della protezione antincendio? Continua a seguirci sul nostro blog, sui nostri canali social, sul canale WhatsApp e sul nostro podcast BIMeet! 

BIM obbligatorio in Italia: a che punto siamo?

Più di un anno e mezzo fa, il primo gennaio 2023, è entrato in vigore l’obbligo del BIM per tutte le opere pubbliche di importo pari o superiore a 5.350.000 euro. Tra pochi mesi, il primo gennaio 2025, l’importo diminuirà a 1 milione di euro, rendendo di fatto il BIM obbligatorio. Vediamo a che punto siamo in Italia con la digitalizzazione della PA. Cosa succede con la scadenza di gennaio 2025 L’art. 43 del nuovo Codice appalti definisce l’obbligatorietà del BIM per: L’utilizzo del BIM non sarà invece obbligatorio per: La digitalizzazione della Pubblica Amministrazione in Italia. A che punto siamo oggi? Il Rapporto OICE del 2023 spiega come lo scorso anno il numero dei bandi BIM sia diminuito, evidenziando un calo del 36,5% rispetto al 2022, con la pubblicazione di solo 637 bandi rispetto ai 1.003 del 2022. Nonostante questo, la percentuale di bandi di gara che hanno richiesto il BIM ha raggiunto il 32,6% del totale delle procedure. Un dato in aumento rispetto al 13,7% del 2022, che dimostra come le PA stanno, seppur lentamente, iniziando a recepire le normative. Perché scegliere il BIM anche quando non è obbligatorio L’art. 43 del nuovo Codice appalti indica in modo specifico quando utilizzare il BIM e quando è possibile evitarlo. Questo però non significa che il BIM non vada utilizzato se non obbligatorio. Lo stesso articolo infatti consente l’utilizzo facoltativo del BIM, che: L’utilizzo facoltativo del BIM è inoltre incentivato, attraverso la previsione di punteggi premiali per le stazioni appaltanti in sede di gara. Focus sull’interoperabilità del BIM e sui formati da utilizzare Sappiamo che il BIM è una metodologia che si basa sulla condivisione e sull’ottimizzazione dei processi. Fondamentale per l’adozione del BIM nella PA è quindi la scelta delle piattaforme e dei formati dei file da utilizzare, per garantire l’interoperabilità e la condivisione dei dati tra le PA e le figure coinvolte nel progetto. È qui che pone il focus l’articolo 43, comma 3 del nuovo Codice Appalti, che pone il vincolo di utilizzo di formati aperti non proprietari. L’articolo definisce l’utilizzo di file in formato IFC e la scelta dello standard OpenBIM, per garantire: Cosa devono fare ora le Pubbliche Amministrazioni? Le Pubbliche Amministrazioni hanno il dovere di adattarsi il prima possibile alla scadenza di gennaio 2025, recependo tutte le normative e gli adempimenti che regolano l’adozione del BIM nella PA. Vuoi sapere di più sul mondo del BIM e della Pubblica Amministrazione? Continua a seguirci sul nostro blog, sui nostri canali social, sul canale WhatsApp e sul nostro podcast BIMeet! 

Tutti i vantaggi di realizzare edifici ecocompatibili con il Green BIM

Il BIM ha rappresentato e rappresenta ancora oggi un’importante svolta per la digitalizzazione del settore manifatturiero, delle costruzioni e non solo. Ha permesso di ottimizzare i processi e di rendere i progetti più efficienti e funzionali, anche in ottica di sostenibilità. In tema di sostenibilità, negli ultimi anni si è fatto un ulteriore passo avanti con il Green BIM, focalizzato sulla realizzazione di edifici ecocompatibili a basso impatto ambientale. Vediamo cos’è e quali sono i vantaggi di utilizzarlo. Che cos’è il Green BIM Abbiamo parlato spesso delle dimensioni del BIM, gli ambiti che riguardano un preciso aspetto del progetto, come tempistiche, costi o facility management. Tra queste dimensioni c’è anche il BIM 7D, che ha lo scopo di realizzare un progetto a basso impatto ambientale lavorando in ottica di sostenibilità fin dalle prime fasi di ideazione e progettazione. In questo contesto si parla di Green BIM, ovvero il BIM applicato alla costruzione di edifici ecocompatibili e alla bioedilizia, che permette di limitare il consumo delle risorse naturali realizzando costruzioni più sostenibili. Questa metodologia rappresenta un enorme passo in avanti nell’evoluzione del settore AEC e manifatturiero, perché ha come obiettivo: La svolta green degli oggetti BIM La rivoluzione sostenibile del BIM non coinvolge solo il settore AEC e, nell’ambito del Green BIM, non possiamo non citare il settore manifatturiero e gli oggetti BIM. Per realizzare progetti sostenibili è necessario porre sempre più attenzione ai materiali e ai prodotti da utilizzare nei progetti, attraverso una scelta accurata delle materie prime che comprende la provenienza dei materiali, la tipologia di trasporto, la durata del prodotto e la possibilità di riutilizzare o riciclare il materiale. Gli oggetti BIM sostenibili realizzati ponendo l’attenzione su questi aspetti permettono di migliorare l’utilizzo dei prodotti, ridurre gli sprechi e minimizzare le emissioni, rendendo di fatto il progetto più sostenibile. I vantaggi del BIM per creare edifici ecocompatibili Attraverso il Green BIM è possibile quindi creare edifici nuovi, più sostenibili e con ridotto impatto ambientale. Il BIM permette infatti di: Attraverso il BIM è inoltre possibile integrare nel progetto nuove tecnologie e utilizzare metodi di costruzione innovativi e fonti di energia rinnovabili, che rendono gli edifici e le città intelligenti, anticipano i cambiamenti, ottimizzano la gestione dell’edificio e migliorano la vita delle persone. Vuoi sapere di più sul mondo del BIM e della sostenibilità? Continua a seguirci sul nostro blog, sui nostri canali social, sul canale WhatsApp e sul nostro podcast BIMeet! 

Dall’AI all’IoT, come si rapporta il BIM con le nuove tecnologie?

Intelligenza Artificiale, Realtà Aumentata e Virtuale, Blockchain, Gamification, Internet of Things. Le nuove tecnologie stanno rivoluzionando l’approccio al BIM di aziende e committenti. Di che cosa si tratta e come possono queste tecnologie innovare il BIM? La transizione digitale che passa dalle nuove tecnologie In Italia è in atto una trasformazione digitale, indispensabile per digitalizzare i processi e migliorare la qualità del lavoro dei professionisti. Questa, in particolare nel settore AEC, nel manifatturiero, nel facility management e nella PA, è strettamente collegata con l’avvento di nuove tecnologie, che porteranno crescita economica e un cambiamento dei paradigmi lavorativi a cui siamo abituati. Vediamo nel dettaglio quali sono queste tecnologie e i loro vantaggi per il BIM. 1 | Intelligenza Artificiale L’Intelligenza Artificiale nel BIM permette di ottimizzare l’utilizzo dei dati, massimizzare l’efficienza dei processi e rendere il progetto intelligente. Si tratta di una tecnologia in grado di: L’AI, insieme a machine learning, IoT, Ar, Vr e Gamification, è fondamentale anche per rendere i cantieri 4.0, più intelligenti, ottimizzati e sicuri. 2 | Internet of Things L’IoT permette un’integrazione completa tra mondo reale e digitale, attraverso l’utilizzo di sensori connessi a Internet collegati con gli oggetti per renderli intelligenti. Può essere utilizzata in sinergia con il BIM per ottimizzare i processi in qualsiasi fase di vita del progetto e risulta fondamentale per la cantierizzazione dell’opera, la sua gestione, manutenzione e facility management. 3 | Realtà Virtuale e Aumentata Tra le nuove tecnologie più coinvolte nel BIM ci sono Realtà Virtuale e Realtà Aumentata, capaci di portare nel settore delle costruzioni e manifatturiero una nuova componente esperienziale. Attraverso queste due tecnologie è infatti possibile rendere i progetti più efficienti, riducendo tempi e costi di produzione, e coinvolgere di più i committenti mostrando loro il progetto finale fin dalla fase iniziale di concept design. Oltre alla Realtà Virtuale e Aumentata, si è spesso parlato anche di Metaverso per il BIM, per ottimizzare i processi di formazione dei membri del team, migliorare la gestione dei dati e, in generale, la qualità del lavoro. 4 | Gamification Troviamo una componente esperienziale simile a quella di AR e VR anche nella gamification, disciplina che porta le dinamiche di gioco nell’ambiente lavorativo. Attraverso la gamification nel BIM è possibile: Gamification, AR e VR possono essere inoltre utilizzate in sinergia, per rendere il progetto interattivo e velocizzare il processo di approvazione di un’opera non ancora realizzata. 5 | Blockchain La blockchain permette di creare, gestire e aggiornare in modo sicuro e condiviso un registro virtuale con all’interno dati e informazioni. In ambito BIM può essere utilizzata per ottimizzare l’utilizzo del CDE e per una maggiore tutela dei dati, di cui: Il futuro del BIM: le città intelligenti e i Digital Twin Tutte queste tecnologie in futuro potranno essere integrate e utilizzate nella realizzazione di vere e proprie smart city, che con la metodologia BIM potranno cambiare l’urbanistica e migliorare la gestione delle risorse, aprendo la strada a città più intelligenti e sostenibili a livello ambientale e sociale. È qui che entrano in scena i Digital Twin, rappresentazioni digitali di un edificio o di un oggetto esistente o in fase di costruzione, che permetteranno di ottimizzare la gestione di edifici e infrastrutture. Vuoi sapere di più sul mondo del BIM e delle nuove tecnologie? Continua a seguirci sul nostro blog, sui nostri canali social, sul canale WhatsApp e sul nostro podcast BIMeet! 

Il BIM è in costante crescita: cosa dice il nuovo report OICE 2023 sui bandi per il BIM

Come ogni anno, è arrivato il momento di scoprire come procede l’utilizzo del BIM in Italia attraverso l’analisi del nuovo report OICE, uscito ad aprile 2024 e arrivato oggi alla sua settima edizione. Facciamo un focus sui dati del 2023 e sugli investimenti che stanno facendo le imprese per adottare il BIM. Cosa dice il nuovo report OICE Il settimo Rapporto sulla digitalizzazione e le gare BIM emesse nel 2023 spiega come nel 2023, il numero dei bandi BIM sia diminuito. Nel dettaglio, le gare nelle quali era richiesta la presentazione di offerte in BIM ha evidenziato un calo del 36,5% rispetto al 2022, con la pubblicazione di solo 637 bandi rispetto ai 1.003 del 2022. Nonostante questo, la percentuale di bandi di gara che hanno richiesto il BIM ha raggiunto il 32,6% del totale delle procedure, in aumento rispetto al 13,7% del 2022. I dati nel dettaglio Il report OICE evidenzia un aumento della percentuale di gare in cui sono allegati i capitolati informativi, dal 19,9% del 2022 al 29,4% del 2023. Sono sempre di più i bandi in cui si fa riferimento al BIM come requisito necessario per la partecipazione: dal 23,1% del 2022 al 37,5%, 239 in tutto, del 2023. Nel precedente report, inoltre, 212 bandi (il 21,1% del totale) citavano l’utilizzo del BIM senza attribuire punteggi specifici, mentre nel 2023 il dato è sceso a 94 bandi, il14,8% del totale. Il BIM tra opere esistenti e nuovi progetti Il 2023 conferma il dato del 2022 secondo cui il BIM è maggiormente utilizzato per interventi su opere e edifici esistenti, che rappresentano il 51,6% del totale, ma rispetto allo scorso anno si è visto un notevole aumento dell’utilizzo del BIM nelle opere di nuova realizzazione, dal 19,2% del 2022 al 46,2%. La digitalizzazione BIM all’interno delle imprese Nell’ultima parte del report si fa un focus sul rapporto delle imprese con il BIM. Viene evidenziato come, nel corso del 2022, oltre il 90% delle imprese hanno investito nell’innovazione dei propri processi. Un dato confermato nel 2023, in cui il 55,5% delle imprese ha riferito di aver aumentato gli investimenti nel BIM e di voler continuare a investire anche nel 2024, nonostante l’aumento dei costi, in particolare delle licenze BIM, registrato dal 57,9% delle aziende. Le aree in cui le aziende investono sono: In generale, il 95,2% delle imprese ritiene adeguate le proprie dotazioni tecniche e strumentali, percentuale che raggiunge il 100% per le grandi imprese, e un dato positivo si ha anche nel riconoscimento della figura del BIM manager e del BIM specialist, presente nel 67,1% delle aziende e nel 100% delle grandi imprese. In conclusione È chiaro come il BIM sia in costante crescita nel nostro Paese, ma i dati positivi non devono trarre in inganno: la crescita è a rilento, la strada verso un utilizzo maturo e completo del BIM è ancora lunga, ed entro il 2025 si dovrà migliorare ulteriormente per andare incontro all’ultima scadenza dell’adozione obbligatoria del BIM. Vuoi sapere di più sul BIM? Continua a seguirci sul nostro blog, sui nostri canali social, sul canale WhatsApp e sul nostro podcast BIMeet! 

Tutto quello che c’è da sapere sul BIM nella Pubblica Amministrazione

Il BIM nella Pubblica Amministrazione è ormai un dato di fatto. Nel 2025 è prevista infatti l’ultima scadenza relativa all’obbligatorietà del BIM nella PA e il settore pubblico si sta impegnando sempre di più per integrare questa nuova metodologia all’interno dei suoi processi. Ecco tutto quello che c’è da sapere sul BIM nella PA, dallo stato della digitalizzazione del settore fino ai vantaggi per le aziende manifatturiere.   Le normative che regolano in BIM nella PA A regolare l’adozione del BIM nella PA ci pensano il Decreto BIM (DM 560/2017, modificato attraverso il DM 312/2021) che sancisce l’obbligo della metodologia BIM per quasi tutte le opere pubbliche, e le linee guida ANAC e il Codice Appalti (d.lgs. 36/2023), dedicati alle procedure e all’operatività del BIM per la digitalizzazione dei progetti pubblici. In particolare, queste normative: A che punto è la digitalizzazione del BIM nella Pubblica Amministrazione Secondo il report AssoBIM e OICE del 2022, il BIM in Italia è in crescita. Questo dato è confermato anche dal report OICE del 2023, secondo cui nel 2023, nonostante il calo del numero dei bandi, la percentuale di bandi di gara che richiedono il BIM ha raggiunto il 32.6% del totale delle procedure, rispetto al 13.7% del 2022. Per la Pubblica Amministrazione il 2024 segna un punto di svolta, ma la strada verso una completa adozione del BIM è ancora lunga. Sono infatti necessari maggiori investimenti nel BIM, così come delle linee guida per accelerarne l’adozione. Fare formazione sul BIM nella Pubblica Amministrazione Le normative però non bastano per digitalizzare i processi della PA. Serve un progetto di formazione, confermato anche dal Codice Appalti, che oltre a sancire l’obbligatorietà del BIM, ha stabilito un insieme di requisiti obbligatori per le figure coinvolte, che comprende anche la formazione. La Pubblica Amministrazione deve quindi fare formazione per rimanere aggiornata su ogni aspetto del BIM, in particolare: La formazione deve essere erogata attraverso diversi canali, come le associazioni, le aziende che si occupano del BIM, le università e gli enti di formazione, e i piani formativi devono essere adattati alle singole organizzazioni, per garantire le competenze adeguate a ogni figura coinvolta. Perché l’adozione del BIM nella PA è importante anche per le aziende manifatturiere L’adozione del BIM nella Pubblica Amministrazione è una grande innovazione, non solo per il settore pubblico. I vantaggi sono molteplici anche per le aziende manifatturiere che hanno digitalizzato i propri cataloghi. A queste aziende, infatti, verranno richiesti gli oggetti BIM per realizzare i progetti della Pubblica amministrazione, aprendo di fatto le porte per i capitolati più importanti del settore pubblico e privato. Vuoi sapere di più sul BIM nel mondo della Pubblica Amministrazione? Continua a seguirci sul nostro blog, sui nostri canali social e sul nostro podcast BIMeet! 

A che punto siamo in Italia con la formazione BIM a scuola?

Fino a oggi la formazione dei professionisti in ambito BIM è avvenuta dopo gli studi superiori e universitari. Oggi però è importante che anche le scuole inizino a interessarsi al BIM, diventando un punto di partenza per i professionisti di domani.  Nel nostro podcast BIMeet abbiamo parlato con Vittorio Andrea Sellaro, docente universitario e di scuole superiori, per capire come si integra la formazione sul BIM a scuola. Ecco un estratto della puntata. Perché è importante studiare il BIM a scuola Nel corso degli ultimi anni, il BIM ha fatto passi da gigante. I suoi utilizzi si sono allargati a numerosi settori, come la Pubblica Amministrazione, e le nuove normative stanno riflettendo questi cambiamenti. È importante ricordare che il BIM non è un software, né una norma: è una metodologia, un processo per gestire un’opera lungo tutto il suo ciclo di vita, e non ha un modo d’uso singolo e lineare, ma può essere approcciato da più punti di vista e prospettive. È per questo che il mondo dell’istruzione, in tutti i percorsi di studio relativi al mondo edile e non solo, non può rimanere indifferente a questa importante innovazione e ha il dovere di introdurre, a partire dalle scuole superiori di settore, un focus sulla metodologia BIM e sui programmi di riferimento più importanti. BIM all’università: i corsi di formazione e i progetti di divulgazione Nelle università sono sempre di più i corsi di formazione BIM, sia nei grandi atenei, dove si parla di BIM da anni, sia nelle università più piccole, che pongono sempre più attenzione alla metodologia. Questa spinta verso l’innovazione è dovuta alla grande attenzione che sta ottenendo il BIM in questi anni, ma anche alla divulgazione che stanno facendo alcune realtà. È questo il caso di BIM (k)now, progetto realizzato dal professor Sellaro e Design Data Users per far conoscere le sfaccettature del BIM ai ragazzi dell’Università di Pavia e farli confrontare con ospiti importanti e attivi nel panorama BIM. Come viene impostato un corso sul BIM nelle università I corsi universitari sul BIM sono suddivisi tra lezioni teoriche e pratiche, in cui ci si focalizza su: All’università è importante lavorare sul metodo, per dare agli studenti un’attitudine e sensibilità giusta al lavoro con il BIM e cominciare a parlare della metodologia dal punto di vista teorico, confrontandosi anche con i professionisti che lo utilizzano ogni giorno. Un buon corso BIM comprende anche la realizzazione di progetti di gruppo che spiegano la vera applicazione del BIM, da sviluppare nel corso del semestre per ottenere un prodotto finale. Nelle scuole di secondo grado il BIM ha ancora molta strada da fare Se nelle università il BIM è già ampiamente utilizzato, per le scuole di secondo grado di settore la strada è ancora lunga. Sono ancora poche le realtà che nelle scuole superiori hanno iniziato a parlare di BIM, mentre si preferisce ancora una modalità di lavoro in CAD. È perciò importante che le scuole e i docenti si mettano in gioco, permettendo agli studenti di iniziare a conoscere il BIM per diventare professionisti a tutto tondo, in grado di utilizzare una metodologia che sta diventando sempre più predominante, nel nostro settore e non solo. Vuoi saperne di più? BIMeet è il primo podcast in Italia dedicato alla metodolgia BIM, per fare divulgazione sul BIM e raccontare le sue diverse applicazioni. Continua a seguirci!