Lo scorso agosto abbiamo pubblicato un articolo per raccontare a che punto siamo con l’obbligo del BIM in Italia, ed è degli ultimi giorni la notizia che il nuovo Codice Appalti ha subito un importante cambiamento, in vista della scadenza di gennaio 2025 per l’adozione del BIM nella Pubblica Amministrazione.
Di cosa si tratta? Scopriamo tutti gli aggiornamenti sull’obbligo del BIM per gli appalti pubblici.
Le modifiche al nuovo Codice Appalti
Lo scorso fine ottobre il Consiglio dei Ministri ha approvato in esame preliminare un decreto legislativo che introduce importanti modifiche al Codice Appalti.
Il nuovo decreto interviene su 78 articoli, ne introduce 3 nuovi e aggiunge 3 nuovi allegati, con l’obiettivo di rendere più efficace e chiara la normativa sui contratti pubblici. In particolare, il nuovo decreto si concentra su:
1 | Digitalizzazione dei contratti pubblici
Uno degli obiettivi principali del nuovo decreto è migliorare la digitalizzazione nel settore degli appalti pubblici, attraverso l’introduzione di misure volte a semplificare le procedure, tra cui:
Semplificazione della procedura di creazione e gestione del fascicolo virtuale degli operatori economici;
Ridefinizione della suddivisione dei compiti tra il Responsabile Unico del Procedimento e il personale delle stazioni appaltanti per il caricamento dei dati.
2 | Qualificazione delle stazioni appaltanti
Cambiano anche i requisiti per le stazioni appaltanti, al fine di migliorare la qualità e l’efficienza del processo decisionale:
- Viene richiesto un monitoraggio dell’efficienza decisionale e l’erogazione di corsi di formazione per incrementare il livello professionale degli operatori;
- Viene istituito presso l’ANAC (Autorità Nazionale Anticorruzione) un tavolo di coordinamento dei soggetti aggregatori, per favorire una maggiore sinergia e coerenza nelle procedure.
Per maggiori informazioni sulle stazioni appaltanti, vi invitiamo alla lettura dell’articolo La verifica dei requisiti: cosa prevede il nuovo codice appaltidi Biblus.
3 | Tutela delle PMI
Un’altra area di intervento riguarda le tutele per le micro, piccole e medie imprese (PMI), per garantire una partecipazione più inclusiva ai processi di appalto pubblico. Nel nuovo decreto:
- Le stazioni appaltanti sono tenute a verificare il mercato di riferimento per favorire la partecipazione delle PMI, soprattutto per gli affidamenti sotto le soglie europee.
- Viene stabilito che almeno il 20% delle prestazioni subappaltabili sia destinato a micro, piccole e medie imprese.
Una nuova soglia per l’obbligo del BIM
Nel nuovo decreto viene presentata inoltre una importante modifica all’articolo 43 del codice appalti: il BIM sarà obbligatorio per tutti i bandi di gara con importi superiori a due milioni di euro, non più 1 milione come previsto finora.
Viene inoltre introdotta una soglia specifica per i beni culturali, per cui il BIM sarà obbligatorio con importi superiori a 5,538 milioni di euro.
Cosa cambia davvero con l’innalzamento della soglia a 2 milioni di euro
Il cambiamento reale del nuovo codice appalti non riguarda l’importo per i bandi di gara in sé, quanto più il metodo per determinare la soglia.
Mentre nel Codice Appalti vigente è l’importo a base di gara a determinare la soglia, con il correttivo essa viene invece determinata attraverso una stima parametrica effettuata nella fase preliminare di progettazione, che consente di calcolare i costi basandosi su parametri concreti anche se non si dispone ancora di un progetto completo.
In pratica, l’obbligo di utilizzo del BIM si baserà sul costo complessivo stimato durante la redazione del documento di fattibilità delle alternative progettuali.
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